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PORDENONE - Un badante sostiene che il suo assistito, invalido al 100 per cento, gli vuole regalare l’appartamento. C’è uno scritto con le sue volontà e, a conferma, ci sarebbe anche un video. Il benefattore, rimasto solo al mondo, è seguito da un giudice tutelare che ha subito preso provvedimenti. Ha dato disposizioni all’amministratore di sostegno di licenziare il badante e di denunciarlo per l’ipotesi di circonvenzione di incapace. Tutto risolto? No, il badante non vuole lasciare l’abitazione e ieri l’amministratore di sostegno ha fatto intervenire anche le forze dell’ordine, senza risolvere la questione, che peraltro si è arricchita di un esposto inviato contemporaneamente a Tribunale, Procura e sindaco di Pordenone in cui si segnala la mancata disponibilità dei Servizi sociali a presenziare nel momento in cui al badante è stato chiesto di abbandonare la casa.
LO SCRITTO
Nel biglietto, consegnato dal badante il 14 gennaio all’amministratore di sostegno nominato dal Tribunale, si legge in un italiano stentato che l’uomo che assiste gli vuole regalare l’appartamento in cui vive, circa 180 metri quadrati.
IL TRIBUNALE
Il giudice tutelare, Lucia Dall’Armellina, una volta letta la segnalazione dell’amministratore di sostegno, emette un decreto in cui ravvisa la necessità di interrompere immediatamente il rapporto di lavoro con l’assistente familiare segnalando la situazione anche all’agenzia interinale attraverso la quale era stato assunto. Evidenzia anche, vista la rilevanza penale di quanto sta accadendo, l’opportunità di presentare una denuncia in Procura. È il 31 gennaio e dà tempo all’avvocato Gerin di risolvere la questione nel giro di 60 giorni.
IL LICENZIAMENTO
L’avvocato Gerin esegue le disposizioni. Licenzia l’assistente, assume una nuova badante e evidenzia alla Procura il timore che il portatore di handicap, che ha 52 anni, sia stato manipolato psicologicamente. «Ho avvertito i Servizi sociali che il mio assistito aveva bisogno di un supporto psicologico, si è affezionato al badante e temevo le sue reazioni - racconta il legale - Avevo chiesto che qualche assistente sociale fosse presente quando avrei portato la nuova badante, ma non è venuto nessuno. Così ho dato all’assistente due giorni di tempo affiché si trovasse una nuova sistemazione, nel frattempo gli ho presentato la nuova badante». Ma l’assistente non se n’è andato. «Dice di essere un amico e non se ne va - afferma Gerin - Intanto la badante non prende servizio perché è stata aggredita verbalmente». Ieri ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato e, nuovamente, dei Servizi sociali. «I poliziotti hanno parlato telefonicamente con i Servizi sociali, che peraltro nonostante le mie sollecitazioni non si sono presentati - spiega Gerin - Senza un atto di allontanamento giudiziario la Polizia non può intervenire. Quell’atto non posso procurarmelo in tempo reale e mi ritrovo con il mio assistito che rischia di restare completamente da solo. Ho pertanto inoltrato, per la seconda volta, un esposto contro l’operato dei Servizi sociali».
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Il Gazzettino