Se ne andò dalla sua cittadina 70 anni fa, ora Livio regala al Comune un milione di euro

Se ne andò dalla sua cittadina 70 anni fa, ora Livio regala al Comune un milione di euro
ARCADE - Ha donato ad Arcade un tesoretto che viaggia verso il milione di euro. Tutto a sostegno di progetti culturali: ha restaurato l'organo della chiesa, avviato una...

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ARCADE - Ha donato ad Arcade un tesoretto che viaggia verso il milione di euro. Tutto a sostegno di progetti culturali: ha restaurato l'organo della chiesa, avviato una mediateca e un'aula informatica e, da ultimo, ha pagato la ristrutturazione del teatro comunale, inaugurato poche settimane fa. E non ha intenzione di fermarsi. Livio Celotto, oggi 82enne, se n'è andato dalla Marca ormai 70 anni fa


LA STORIA
Abitava a Nervesa. Ma ha trascorso la sua infanzia ad Arcade. Fino ai 13 anni. Nell'immediato dopoguerra è rimasto orfano nel giro di pochi mesi. E lui, ultimo di 13 fratelli, è finito a vivere a Torino, assieme a una delle sue  sorelle. Qui poi ha fatto fortuna. Ha lavorato in Rai come operaio. Ma soprattutto ha avviato con l'amico Lorenzo Grosso una palestra di successo in pieno centro a Torino. Il suo cuore, però, è sempre rimasto nel trevigiano. E' per questo che Livio, non sposato e senza figli, ha deciso di restituire qualcosa al suo paese d'origine. Non gesti simbolici. In una decina d'anni ha pagato di tasca propria il restauro dell'organo della chiesa di Madonnetta. 

LE DONAZIONI
Poi ha dato vita a una mediateca all'interno della biblioteca con oltre 10mila Dvd e tremila Cd, a cui si aggiungeranno a breve intere collane di libri. Un'operazione da più di 300mila euro. L'anno scorso ha sostenuto le spese per l'allestimento di un'aula informatica per i ragazzi. Il costo ha toccato quota 100mila euro. Fino all'ultima donazione: la ristrutturazione dell'ex auditorium comunale, costata 160mila euro. «Ad Arcade io ritorno bambino spiega Celotto lì c'è tutta la mia infanzia. E' il posto che mi ha dato l'educazione e i valori che mi hanno accompagnato per tutta la vita. Può diventare una perla di cultura. Dare una mano al paese è il modo che ho scelto per rendermi utile, pensando alle future generazioni». 

L'IMPEGNO
Tre anni fa è mancato il suo amico e socio Lorenzo, colpito da Alzheimer. Il patto tra i due era chiaro: chi se ne va per primo lascia in eredità tutto all'altro, che a quel punto sarà libero di disporre dei soldi come meglio crede. E' così che Livio è divenuto il benefattore di Arcade. I suoi nipoti sono d'accordo? «Nessuno mi ha mai detto nulla. Anzi, erano presenti anche alcuni di loro all'inaugurazione del teatro, io e Lorenzo ci siamo fatti da soli. Da zero. E si badi bene: oggi non regalo soldi a nessuno. I soldi non vengono dati al Comune o ad altri enti, ma vengono usati per pagare direttamente chi fa i lavori». Inizialmente Celotto voleva donare ad Arcade un impianto audio per le traduzioni simultanee. E' stato il sindaco Domenico Presti a indicargli che forse era meglio rimettere a nuovo l'ex auditorium. Adesso è un gioiellino da 134 posti. In tre mesi di lavori, che sono stati seguiti da Ernesto Bressan, sono state sostituite le poltroncine, rifatto il pavimento, il sipario, il sistema audio e luci e il riscaldamento. Oltre alla messa a norma di tutti gli impianti.

L'INTITOLAZIONE

Il Comune ha deciso di intitolare il teatro proprio a Livio Celotto e Lorenzo Grosso. Non poteva essere altrimenti. Celotto ha avuto un attestato di benemerenza civica ed è diventato anche cittadino onorario di Arcade. «E' il nostro benefattore sottolinea Presti è incommensurabilmente generoso. Ora spero che possa prendere forma un gruppo teatrale, abbiamo davvero tutto ciò che serve».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino