Scandalo in parrocchia, don Marino in Procura parla per un'ora

Don Marino Ruggero
ALBIGNASEGO - Don Marino Ruggero, l’ex parroco della chiesa di San Lorenzo di Albignasego, in settimana è stato convocato in Procura dal pubblico ministero Roberto...

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ALBIGNASEGO - Don Marino Ruggero, l’ex parroco della chiesa di San Lorenzo di Albignasego, in settimana è stato convocato in Procura dal pubblico ministero Roberto Piccione. Il prete ha parlato per un’ora agli inquirenti come persona informata sui fatti. Il religioso è stato sentito in merito alle sue dichiarazioni choc sui sacerdoti pedofili, e sulla gestione economica della sua ex parrocchia a suo dire condotta precedentemente in modo illegale. Don Marino non ha voluto rilasciare dichiarazioni, su quanto detto all’autorità giudiziaria.


La convocazione
Il fascicolo è stato affidato allo stesso magistrato che si occupò del pruriginoso caso di don Andrea Contin. La Diocesi e il Vescovo hanno messo sotto processo canonico al Tribunale ecclesiastico, don Marino Ruggero. Motivo: «Non ha rispettato l’obbligo del celibato». Tradotto, avrebbe avuto rapporti con una parrocchiana. Un’accusa che don Marino ha da subito rispedito al mittente: «Non ho avuto nessun rapporto con nessuna donna» ha giurato. Per poi affondare il colpo: «Ho i nomi e le prove di preti pedofili e gay, e di sacerdoti che hanno fatto abortire le loro donne: se la Curia insisterà con queste accuse nei miei confronti, dirò chi sono». Inevitabilmente la Procura si è interessata alla prima parte della dichiarazione “bomba” targata don Marino: quella sui sacerdoti con deviazioni sessuali, perché prefigurano l’esistenza di un reato. Il prete era già stato sentito dai carabinieri. I militari hanno poi trasmesso gli atti in Procura ed è scattata l’indagine.

La parrocchia

Ma la Procura vuole fare luce anche sotto un altro aspetto: don Marino ha presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri della stazione di Albignasego per la cattiva gestione economica della sua amata ex parrocchia. Il prete è certo di essere stato allontanato dal vescovo Claudio Cipolla per avere ficcato il naso in qualcosa di grosso: secondo lui si tratta di un business illegale attorno alle attività della chiesa di San Lorenzo. Intanto a occuparsi del processo canonico su don Marino è monsignor Tiziano Vanzetto, lo stesso che ha seguito il caso di don Contin. «Il processo - ha spiegato - è formalmente iniziato con la fase istruttoria che comprende la raccolta delle prove. Il sacerdote viene messo a conoscenza delle prove contro di lui e gli viene data la possibilità di difendersi rispondendo alle domande o presentando una memoria scritta. I processi sono di due specie: giudiziario o amministrativo. Spetta al vescovo scegliere la via da seguire. Il primo è fatto davanti ad un collegio di almeno tre giudici e termina con una sentenza che ammette l’appello al grado superiore, - ha terminato - il secondo è fatto davanti al superiore stesso e termina con un decreto che ammette ricorso all’autorità superiore, la Congregazione romana». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino