Prete si dimette, don Marino a processo, lui replica: «Farò i nomi dei preti pedofili»

Don Marino Ruggero
ALBIGNASEGO (PADOVA) -  Le prese di posizioni sui Rom? Le partecipazioni ai convegni sulla legittima difesa? L'attivismo sfrenato su Facebook? No, niente di tutto questo....

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ALBIGNASEGO (PADOVA) -  Le prese di posizioni sui Rom? Le partecipazioni ai convegni sulla legittima difesa? L'attivismo sfrenato su Facebook? No, niente di tutto questo. I motivi dell'allontanamento del sacerdote padovano don Marino Ruggero dalla parrocchia di San Lorenzo di Albignasego sono legati alle sue presunte frequentazioni femminili. Per una settimana l'ipotesi era stata alimentata solo dai chiacchiericci di paese, ma ieri la Diocesi di Padova ha voluto eliminare ogni dubbio mettendo nero su bianco la propria posizione.

Eccolo, il passaggio-chiave di uno scandalo che sta suscitando clamore, divisioni e tensioni: «A don Marino Ruggero, alla luce di precise accuse avvalorate da prove, vengono contestati comportamenti non consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall'obbligo del celibato per i preti». Tradotto: il prete avrebbe avuto relazioni non concesse in ambito ecclesiastico. Quando? Con chi? Con quale frequenza? Le domande si rincorrono ma per ora restano senza risposta.


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LA NOTA
La Diocesi ha diffuso la propria nota alle 17.22 di ieri, dopo la lunga intervista rilasciata dal prete cinquantaquattrenne al Gazzettino in cui spiegava di non conoscere i motivi del suo allontanamento forzato. E in Curia, evidentemente, qualcuno non ha apprezzato le esternazioni del parroco dimissionario in accordo con il vescovo. «In riferimento alla vicenda che riguarda don Marino Ruggero - si legge - che ha dato le dimissioni da parroco di San Lorenzo in Roncon di Albignasego lo scorso 2 gennaio, si comunica che in data odierna è iniziato su mandato del vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla il processo canonico nei suoi confronti, presso il Tribunale ecclesiastico diocesano».
Il sacerdote dichiarava di essere all'oscuro di tutto, ma la Curia prende una posizione diametralmente opposta. «Don Marino Ruggero, contrariamente a quanto finora egli stesso ha dichiarato pubblicamente, era a piena conoscenza dell'ambito delle accuse a lui rivolte, che hanno portato il vescovo a disporre un'indagine previa e successivamente al fermo invito a dimettersi spontaneamente, proprio per dargli la possibilità di difendersi nelle sedi adeguate (tribunale ecclesiastico), dalle accuse che gli sono state rivolte».

LA SOSTITUZIONE
Nei giorni scorsi si era parlato di un allontanamento temporaneo e don Marino aveva auspicato un suo imminente ritorno. I fedeli hanno raccolto per lui mille firme, accompagnate da due grandi striscioni affissi davanti alla chiesa. Il futuro, però, è una grande incognita.
Il vescovo Claudio Cipolla ha infatti spedito nella piccola San Lorenzo un uomo di grande fiducia e di sicuro affidamento. Il compito di placare le acque e raccogliere i cocci spetta a don Giovanni Brusegan, figura di peso all'interno della Diocesi di Padova, chiamata spesso a risolvere situazioni complicate. Cappellano di Sua Santità e direttore dell'Ufficio per l'Ecumenismo, a cavallo tra il 2016 e il 2017 fu chiamato a guidare la parrocchia padovana di San Lazzaro appena travolta dallo scandalo a luci rosse di don Andrea Contin. Uno scandalo caratterizzato da sesso, filmini e giocattoli erotici.

IL PERSONAGGIO
Per quanto riguarda don Marino Ruggero, invece, siamo fermi ad una nota stringata della Diocesi e alla sue ripetute smentite. Al di là di quest'ultimo risvolto, in ogni caso, la figura del prete padovano (arrivato nel 2017 alla guida di una delle parrocchie del secondo Comune più popoloso della provincia padovana) è sempre stata fuori dagli schemi ecclesiastici. I selfie con la bandana del Venezuela e la foto con l'ex modella di Playboy, la serata a ballare con i ragazzi e l'esibizione sul palco in versione rock fanno parte di un repertorio che molti cappellani definiscono «moderno» ma che all'interno della Curia ha fatto storcere il naso a più di qualcuno.
Anche perché intanto, negli anni, sono arrivati prima i suoi provini per partecipare al Grande Fratello (con conseguente allontanamento dalla parrocchia di Teolo) e poi le sue prese di posizioni sui Rom («rappresentano un problema che non si risolve con belle prediche ma con soluzioni concrete») e a favore della legittima difesa («Caro ladro, io mi difendo» scrisse sul bollettino parrocchiale). Posizioni in grado di provocare pruriti, rimproveri e imbarazzi da parte dei suoi superiori.

A San Lorenzo di Albignasego, però, anche davanti alla nota della Diocesi gran parte della comunità continua a stare dalla sua parte. «Non ci interessa la sua vita privata, don Marino aveva creato un bellissimo gruppo di fedeli e ha fatto tornare tanti di noi in chiesa» è il parere più diffuso. «Siamo sorpresi, aspettiamo di capire. Lui ha sempre smentito ogni diceria e noi ad un prete crediamo - è invece il commento più prudente del direttivo del Consiglio pastorale -. Ora aspettiamo». Mentre i fedeli aspettano, don Marino deve difendersi.
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Il Gazzettino