Obbligo vaccinale: ventimila over 50 a rischio multa

Il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi durante una giornata di vaccinazioni Da domani scatta l’obbligo di vaccino per gli over 50
TREVISO - Da domani entra in vigore l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno più di 50 anni. Chi non si adeguerà sarà colpito da una sanzione, a...

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TREVISO - Da domani entra in vigore l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno più di 50 anni. Chi non si adeguerà sarà colpito da una sanzione, a meno che non riesca a dimostrare che rientra tra i casi per cui è prevista l’esenzione. Nella Marca ad oggi l’Usl 2 conta che siano rimaste 22mila le persone con più di 50 anni che ancora non si sono vaccinate. Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria, si dice convinto che questo numero nelle settimane a venire finirà per essere dimezzato. Non solo. Dati alla mano sull’andamento dei contagi e della situazione dei ricoveri, si spinge a dire che se il trend continua così per marzo potremo dire di esserci lasciati alle spalle il periodo peggiore.


IL NUOVO PASSAGGIO


«In provincia contiamo 22mila over 50 non ancora vaccinati - ricapitola il direttore generale - Una parte di questi è sicuramente diventata positiva per cui non si vaccinerà, mentre una parte si convincerà. Noi contiamo di riuscire a vaccinare 12mila persone. Credo che alla fine rimarrà uno zoccolo duro di diecimila persone che resteranno ferme nelle loro convinzioni e possiamo solo sperare che si “convertano”». Il numero di positivi continua a calare: ieri i positivi nella Marca erano 2.312 su centomila persone. «Eravamo arrivati quasi a quattromila - ricorda Benazzi - Il contagio sta rallentando. Contiamo 290 ricoveri, con 20 persone in terapia intensiva. È un buon segno: stiamo calando, lentamente ma stiamo calando. Diciamo che siamo ancora nel plateau, ma pensiamo che si comincerà a calare in modo consistente dal 7-10 febbraio. Ci sono buoni segnali che nelle prossime settimane il virus perda la sua forza attuale. Se la situazione resta questa a fine febbraio dovremmo ritrovarci con pochi posti letto occupati, viatico per la ripresa della vita normale». Il direttore generale si spinge anche oltre nei suoi auspici: «Se il trend rimane questo, a inizio marzo potremo dire di aver superato il periodo più difficile. A quel punto potremmo concentrare negli ospedali Covid i pazienti che continueranno ad arrivare. Saranno chiaramente le persone che non si sono ancora vaccinate».


IL FRONTE CALDO


Se in generale le cose stanno migliorando, c’è ancora un ambito dove la situazione è decisamente complicata: «Non dimentichiamo che abbiamo il 31 per cento di persone in età scolare ancora positive - ammonisce il direttore generale - con una media elevatissima tra i minori di 12 anni: qui siamo su 4940 positivi su centomila. È questa fascia dove si registra il maggior numero di nuovi positivi e questo si ripercuote in una situazione molto pesante a livello scolastico. Qui contiamo molte classi di quarantena: siamo nell’ordine di 1900 in provincia, un numero elevatissimo. Questo peraltro spiega i dati che indicano un calo di vaccinazioni nella fascia d’età tra i cinque e i dodici anni: calano perché tanti sono in quarantena o positivi, quindi non vanno a vaccinarsi».


LE PROSPETTIVE


Le prossime settimane saranno cruciali per capire se il Covid sta diventando endemico: «Non voglio essere troppo ottimista, ma se le cose continuano così possiamo cominciare a pensare al Sars-Covid 2 come un’influenza. Ogni anno potrà mutare e presentare varianti, ma a fare il vaccino potrebbero essere solo le persone fragili, quelle a rischio e i sanitari, mentre gli altri potranno anche contagiarsi trovandosi nella situazione di un’influenza con due-tre giorni di febbre, rinite o rinofaringite e poi tornare alla vita normale. Mi auguro che passi la tesi, a cui qualche virologo sta già accennando, che il vaccino vada fatta quando si presenteranno le varianti, quindi verso settembre-ottobre, il periodo delle vaccinazioni antinfluenzali. Credo che il ruolo futuro del vaccino sarà quello di bloccare la patologia come si fa con l’influenza. Credo che nella strada che abbiamo di fronte si incominci a vedere finalmente la luce».
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Il Gazzettino