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BELLUNO - Dopo aver letto sui giornali che la classe dirigente responsabile del servizio di Trasporto pubblico locale ha espresso “molta perplessità” circa la difficoltà di reperire autisti, i delegati sindacali di Dolomitibus dicono di voler dare il proprio contributo per capire quali siano i motivi. E intendono correggere e precisare alcune «inesattezze che forse inducono a valutazioni errate». Il primo errore «è definire buoni dei contratti per cui alla fine del mese si guadagnano mediamente 1.200 euro» insufficienti a dare una vita dignitosa a tutti, ma soprattutto a ragazzi che arrivano dal Sud con un affitto da pagare. «E quale sarebbe la nostra quindicesima? Il premio di risultato per cui se stai male o devi accudire a casa un figlio con la febbre, si diventa immeritevoli e dunque si percepisce poco e nulla? Premio che essendo in Welfare, non ci paghi le bollette. È infatti di un importo digitale non facilmente spendibile in provincia di Belluno». I sindacati contestano i dirigenti anche quando dicono che «si lavora vicino casa». E replicano: «Se si intende che si prende servizio vicino casa, questo è relativo perché non tutti abitano vicino ai vari depositi e c’è chi fa parecchi chilometri anche due volte al giorno a causa delle lunghe soste tra le corse; se poi si intende che si sta fattivamente vicino a casa e magari nelle pause si possa recarvisi per mangiare o andare in bagno, la realtà è l’esatto opposto: molti sono infatti i turni, anche di 12,13,14 o addirittura 15 ore di impegno, con soste fuori sede».
«E non tutte le soste sono in posti accoglienti - spiegano -: quando va bene è in un piazzale senza un posto dove mangiare né un bagno, oppure sul ciglio della strada.
Il Gazzettino