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BELLUNO - I lavoratori di Dolomitibus bocciano l’accordo sottoscritto solo da Cisl e Faisa con il quale si cercava di tamponare l’emergenza autisti, prevedendo un aumento di salario pari a 2 euro lordi al giorno. Le assemblee si sono allineate con Cgil e Uil che avevano detto subito no all’accordo, ritenuto del tutto insufficiente ad affrontare un crisi molto grave e profonda. Una bocciatura a maggioranza. Ma sebbene il 19 ottobre, questo il giorno dell’intesa, Cgil e Uil non fossero d’accordo con la Cisl, oggi condividono un punto: sono stati fatti dei passi avanti. Stefano Bergamin (Fit Cisl) precisa: «Tutti hanno riconosciuto che 164 euro non sono da buttare via e da lì si partirà per le nuove trattative -. L’ultima assemblea, anche in questo caso online, è stata fatta lunedì sera ed erano presenti circa un terzo dei lavoratori. Per cui anche se con numeri risicati, è prevalso il no all’ipotesi di accordo». In sostanza se da una parte è stata riconosciuta l’importanza dell’aumento salariale, «circa il doppio di un accordo nazionale», i lavoratori hanno chiesto di lavorare su altro: «Su turni e vivibilità dei turni. Ed è questa la parte più difficile perché per raggiungere questo obiettivo, è necessario aumentare il numero di autisti».
CARENZA DI PERSONALE
La mancanza di autisti è uno dei nodi cruciali della crisi.
SOLUZIONE STRUTTURALE
Da parte loro nel commentare la bocciatura dell’accordo sottoscritto da Cils e Faisa, Antonio Ventura (Filt Cgil) e Federico Cuzzolin (Uiltrasporti) dicono: «I lavoratori, pur consapevoli dei passi in avanti fatti da Dolomitibus, condividono le perplessità già evidenziate da Cgil e Uil. Sono e siamo convinti infatti che la grave situazione in cui versa l’azienda relativamente al personale vada affrontata con interventi strutturali e ponderati e non con soluzioni improvvisate e temporanee. Questo per far sì che si riesca ad arginare la fuga di autisti e al contempo rendersi attrattivi per colmare l’organico perso a causa delle innumerevoli dimissioni. Diversamente il problema Dolomitibus nei prossimi mesi e anni non potrà che aggravarsi e questo purtroppo sia per i lavoratori che per gli utenti e cittadini della Provincia di Belluno». Infine lo sguardo verso quello che accadrà: «Forti del sostegno dei lavoratori e grazie anche alle loro proposte, proseguiremo da subito il confronto per chiedere da una parte un’integrazione stabile dei salari e dall’altra trovare soluzioni su orari, turni, ferie e permessi che permettano una reale conciliazione del tempo di lavoro con quelli della propria vita familiare e privata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino