BELLUNO - Le Dolomiti si sono messe in maschera e fanno il pieno di clienti per il weekend di Carnevale. O quasi. A sentire gli albergatori da San Martino di Castrozza-Fiera...
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Scollinando al di là del Passo Giau, Sergio Pra, albergatore di Caprile e presidente di Dolomiti Stars conferma la buona affluenza in tutta l’area del consorzio che comprende Arabba-Marmolada, Alleghe-Valzoldana-Civetta e Falcade-San Pellegrino: un perimetro con una capacità di circa 30mila posti letto fra strutture alberghiere, appartamenti e b&b. «In questo weekend di Carnevale c’è una buona affluenza e sicuramente un richiamo importante sono le piste ancora in un condizioni ottimali, questo incentiva i soggiorni più lunghi, mentre soffre il “piccolo cabotaggio” chi si ferma una o due notti».
La conferma si legge nelle provenienze così se di nuovo a Cortina c’è chi lamenta il calo verticale degli italiani, dall’altro, tra San Martino e Fiera di Primiero, un vuoto evidente l’hanno lasciato i polacchi che, analizza Edda Taufer contitolare di una importante struttura a conduzione famigliare, «Evidentemente hanno preferito altre destinazioni. Ma se dobbiamo guardare a questo fine settimana, è un tipico periodo per le famiglie. Una clientela che non ha deluso». Questo al netto della flessione della clientela italiana che animava San Martino di Castrozza. E una spiegazione sembra esserci, una buona percentuale origina dal centro Italia ovvero zone colpite o che risentono dell’emergenza innescata dai devastanti terremoti, questo ha drasticamente tagliato su presenze e prenotazioni e la resort trentina soffre se possibile ancora più degli anni scorsi.
«Ma poi bisogna darsi da fare. Bisogna sapere e volere cavalcare le occasioni -dice Flavia Cusinato, battagliera titolare dell’Hotel Ancora di Cortina, altra oasi dell’hotellerie dell’Ampezzo-. Direi che il periodo del Carnevale ha due volti. Per una settimana abbiamo avuto le presenze che riportano Cortina alla ribalta anche mondana, e un’altra che definirei più “popolare”. Bene è su questo fronte che c’è più da lavorare promuovendo iniziative come ho fatto io proprio per i bambini per il Carnevale ma anche contrastando una concorrenza sleale che passa per tariffe low cost e offerte alternative all’albergo, ma proposte da albergatori. Così si confonde il cliente e si droga il mercato».
Succede lo stesso in Friuli Venezia Giulia? Tutto sta nel sapere interpretare le esigenze di ciascun tipo di clientela. Come nel comprensorio di Forni di Sopra. Anche qui il Carnevale ha portato un villeggiante diverso: neve sì, ma se il manto bianco non è la discriminante allora l’offerta si diversifica. E serve ad attirare anche nuovi ospiti, come quelli dell’Est Europa (forse quelli risucchiati dalle valli trentine) che stanno scalzando il turismo scolastico.
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Il Gazzettino