I ghiacciai si stanno sciogliendo la Marmolada è “scoperta”

I ghiacciai si stanno sciogliendo la Marmolada è “scoperta”
Sciolti. O spariti. La sostanza non cambia. I ghiacciai delle Dolomiti hanno perso la metà dei loro ettari nell'ultimo secolo. Dai 900 ettari del 1910, sono passati ai...

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Sciolti. O spariti. La sostanza non cambia. I ghiacciai delle Dolomiti hanno perso la metà dei loro ettari nell'ultimo secolo. Dai 900 ettari del 1910, sono passati ai 500 ettari scarsi del 2014. Insomma, i giganti di ghiaccio sono diventati poco più che ghiaccioli. E continuano a regredire. L'indiziato numero uno è il riscaldamento globale, certo. Ne sa qualcosa il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, che nelle ultime settimane è rimasto scoperto. Nel vero senso della parola. Perché la neve che copre la superficie glacializzata è sparita. Colpa delle temperature anomale registrate nelle ultime settimane. Del resto, era da tempo che non si vedeva un settembre così caldo. O meglio, non lo si era mai visto finora (almeno da quando esistono le serie storiche di rilevamento dell'Arpav nelle stazioni montane). Dal 24 agosto al 15 di settembre, infatti, il Bellunese è stato caratterizzato da condizioni meteo più che estive.

«La temperatura media è stata superiore di ben 3,7°C rispetto alla media del periodo - spiega Mauro Valt, esperto nivologo del centro Arpav di Arabba -. Si tratta del valore più elevato osservato dal 1987 (ovvero dall'inizio delle serie storiche, ndr) ad oggi, precedendo, nell'ordine, il settembre 2011, 2006 e 1997». Un esempio: la stazione della Marmolada (Punta Rocca, 3.256 metri sul livello del mare) ha registrato solo due minime sotto zero nel periodo dal 24 agosto al 15 settembre; e massime oscillanti tra i 5 e i 10°C. «Queste temperature hanno ridotto fortemente la copertura nevosa dei ghiacciai - continua Valt -. Di fatto, la neve dell'ultimo inverno si è sciolta completamente e ha lasciato scoperta la copertura nevosa dell'inverno 2014-2015». Il problema è che la neve più vecchia attira più facilmente i raggi solari. Perché è più sporca, e quindi non candida. «La neve bianca riflette il 90% dell'energia solare - sottolinea il nivologo -. Invece la neve scura riflette dal 40 al 60% dei raggi del sole. Il resto diventa calore che fa fondere la neve stessa. Quando un ghiacciaio non ha la sua coperta di neve, regredisce molto più velocemente». Per fortuna tra il 15 e il 16 settembre una perturbazione ha riportato la neve sulle Dolomiti. «Certo, quei centimetri di neve fresca sono utili - conclude Valt -. Ma i ghiacciai delle Dolomiti restano in forte sofferenza».

Sofferenza testimoniata dai dati Arpav. Nell'ultimo secolo l'area glacializzata delle montagne rosa è praticamente dimezzata. L'estensione delle nevi perenni dal 1910 al 2004 è calata all'incirca del 45%. Con un'accelerazione evidente a partire dal 1980. La variazione areale dal 1910 al 1980 (70 anni) è stata di -27,3%; dal 1980 al 2004 (24 anni) i ghiacciai dolomitici si sono ridotti del 23,8% (nonostante due inverni particolarmente nevosi nel 2000-2001 e 2003-2004). Indicativo il dato della Marmolada: nel 1910 (primo dato a disposizione) il ghiacciaio occupava circa 420 ettari; settant'anni dopo superava a mala pena i 300 ettari, mentre nel 2014 (ultimo dato a disposizione) arriva a 213,1 ettari (-49,3% dal 1910 al 2014).(((tormend)))
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Il Gazzettino