Dolomiti, situazione drammatica con ghiacciai sempre più poveri

Dolomiti, situazione drammatica con ghiacciai sempre più poveri
BELLUNO - E’ una vista quasi drammatica, dal punto di vista glaciologico, quella che appare dall’aereo mentre sto sorvolando i siti dove ancora sopravvivono le masse...

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BELLUNO - E’ una vista quasi drammatica, dal punto di vista glaciologico, quella che appare dall’aereo mentre sto sorvolando i siti dove ancora sopravvivono le masse gelate delle Dolomiti. E' il commento del glaciologo Franco Secchieri che in questi giorni sta sorvolando le Dolomiti per valutarne lo stato.

«Siamo a fine agosto (2016) e quindi l’estate, la stagione durante la quale avviene lo scioglimento della neve, del nevato e del ghiaccio, non è ancora terminata. Dunque per quest’anno la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente. - sottolinea - Il controllo che sto effettuando non riguarda solo i ghiacciai veri e propri, come quello della Marmolada piuttosto che quelli dell’Antelao o del Sorapìs, ma anche le piccole masse gelate che da anni vengono monitorate e che sono state registrate nel nuovo Catasto dei ghiacciai delle Dolomiti».

Per il glaciologo la situazione risulta allarmante in tutti i Gruppi dolomitici sorvolati, anche se è la condizione del ghiacciaio della Marmolada a rappresentare l’immagine emblematica delle condizioni di crisi in cui versano questi elementi straordinari del paesaggio dolomitico di alta quota.

«Le modifiche climatiche che ormai dal lontano 1985 sembrano volgere all’insegna della deglaciazione (non solo alpina) non sono cambiate, anche se ogni tanto delle annate con andamenti diversi (ad esempio nel 2003 o 2004), parevano dare dei segnali più incoraggianti - spiega Secchieri - Cosa significa una annata negativa per un ghiacciaio? La risposta si trova facilmente negli effetti, mentre molto più difficile è determinarne le cause. E gli effetti sono la poca quantità di neve caduta nell’inverno e le elevate temperature estive».

Seguire l’evoluzione dei ghiacciai significa perciò anche cercare di dare un contributo a capire o interpretare i cambiamenti climatici in atto i quali non portano solo alle modifiche dei ghiacciai, se pure importanti, ma sono e saranno i responsabili dei mutamenti ambientali globali, aggiunge Secchieri.


«Restando alla regione dolomitica, alcune montagne stanno cambiando volto per la scomparsa delle caratteristiche coltri gelate, come quelle del versante settentrionale della Marmolada. Al di là del semplice aspetto paesaggistico, questo significa anche una modifica nelle risorse idriche dato che i ghiacciai assolvono una importante funzione di volano accumulando le masse d’acqua d’inverno, in forma solida, e rilasciandole poi d’estate. - spiega - Per tale motivo una attenzione particolare dovrebbe essere rivolta anche al governo ed alla gestione delle risorse idriche. Certamente ci sono anche altri aspetti che si legano ai cambiamenti in atto e uno di questi riguarda le frane. Eventi anche di grandi dimensioni la cui frequenza e dimensione sembrano aver subito un aumento nei periodi più recenti. Anche se va sottolineato come le frane, di qualsiasi tipo esse siano, sono da sempre uno dei principali agenti che contribuiscono a modellare quei bellissimi profili delle cime dolomitiche».

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Il Gazzettino