All'asta l'impianto Maserot di smaltimento rifiuti. Bottacin: «Con gli attuali livelli di trattamento i conti non tornano»

All'asta l'impianto Maserot di smaltimento rifiuti. Bottacin: «Con gli attuali livelli di trattamento i conti non tornano»All'asta l'impianto Maserot di smaltimento rifiuti. Bottacin: «Con gli attuali livelli di trattamento i conti non tornano»
BELLUNO - Continui rinvii, mancanza di decisioni e alla fine la bomba Maserot è scoppiata tra le mani. L'impianto di trattamento dell'umido, di proprietà...

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BELLUNO - Continui rinvii, mancanza di decisioni e alla fine la bomba Maserot è scoppiata tra le mani. L'impianto di trattamento dell'umido, di proprietà della Provincia, andrà all'asta e c'è anche il rischio di incassare poco (la stima è di 2,2 milioni di euro) visto che la capacità di trattamento dell'organico, in Veneto, sarebbe più che doppia rispetto allo scarto prodotto. Come dire che la concorrenza è alta e il prezzo scende.


IL PROGETTO FALLITO
La Provincia per legge deve cedere la società gestrice, Dolomiti Ambiente. Brucia il flop del progetto elaborato con i sindaci di arrivare ad una gestione locale capace di completare il ciclo dei rifiuti attraverso un'unica società di raccolta e smaltimento che raggruppasse le attuali quattro, con Maserot al centro. La Provincia accusa i sindaci di non essere stati in grado di governare le loro stesse società partecipate ritenute evidente le vere "colpevoli" del fallimento. E i sindaci preferiscono non replicare.
Parla invece l'assessore regionale all'Ambiente Gianpaolo Bottacin, che il problema Maserot lo aveva affrontato nel 2011 quanto era alla presidenza della Provincia, scalzato poi dai capricci di una Forza Italia all'epoca decisamente più ingombrante.


«CHIEDIAMOCI SE SERVE»
«La domanda che dobbiamo porci - spiega - è se davvero Maserot sia strategico come è stato detto da qualcuno in questi giorni. Insomma, serve o no? Credo che si possa rispondere con i dati: primo, il Maserot non è tra gli impianti strategici individuati dal Piano regionale dei rifiuti approvato nel 2022; secondo, il Veneto ha una capacità di trattamento dell'umido che è più che doppia rispetto al rifiuto prodotto; terzo, in ogni caso l'ente pubblico, come stabilito da una recentissima senza del Consiglio di Stato, dovrà mettere a gara la gestione dei rifiuti. Questo significa che se anche noi abbiamo il Maserot che tratta l'umido dobbiamo comunque andare a gara e trovare chi fa l'offerta migliore».
Nato negli anni Ottanta come impianto per la separazione dei rifiuti (vetro e metallo), venne messo fuori servizio dalla raccolta differenziata, fino a ridursi a impianto di trattamento dell'umido producendo energia dai gas attraverso i biodigestori.


L'ACCORDO CON VERITAS


«Il problema è che questo impianto - prosegue Bottacin - ha una capacità di trattamento di 22mila tonnellate l'anno e oggi ne lavora soltanto 15/17mila, ovvero il 30 per cento in meno. È chiaro che i conti non possono tornare. Da presidente della Provincia mi resi subito conto di trovarmi di fronte a un cadavere. Arrivai così a fare un accordo con la Veritas di Venezia per una collaborazione: loro avrebbero realizzato un inceneritore nel quale noi avremmo portato tutto il secco, oggi smaltito interamente a Padova, e loro avrebbe dato a noi la loro parte di umido in modo da sfruttare appieno il Maserot arrivando a produrre più energia. Ma quando lascia Palazzo Piloni, i miei successori non ripresero questo accordo. Ora siamo al capolinea, mentre Venezia procede con l'inceneritore. Chi potrebbe essere interessato a rilevarlo? Mah, tempo che faranno gola soprattutto le concessioni per trattamento di 22mila tonnellate». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino