Dolce & Gabbana: «La magia degli artigiani per valorizzare Venezia»

Dolce & Gabbana
VENEZIA - Il palcoscenico è unico. Dall'alto Marco e Todaro guardano gli operai che si danno da fare tra passerelle, transenne e installazioni. In tanti secoli, i due...

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VENEZIA - Il palcoscenico è unico. Dall'alto Marco e Todaro guardano gli operai che si danno da fare tra passerelle, transenne e installazioni. In tanti secoli, i due Santi ne vedranno una di più. Questa volta sarà un defilè di alta moda. E con loro ben 500 ospiti selezionatissimi, molti Vip (tra i tanti, Sharon Stone che ha postato sul suo profilo Instagram i suoi tour in motoscafo in laguna). Benvenuti a San Marco, terra (prestata) alla coppia di stilisti più famosi del mondo: Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Venezia per tre giorni, da oggi a lunedì, sarà il loro quartier generale con quattro appuntamenti secondo un programma che toccherà la Scuola grande della Misericordia; San Rocco, Palazzo Ducale e il Molo, e l'Arsenale. Sette le ditte artigiane veneziane coinvolte: Barovier & Toso; Mian, I Dogi, Venini, Barbini, Salviati e Tessitura Bevilacqua.


Domenico Dolce, un sogno che diventa realtà. Venezia è vostra.
«Stiamo passando una settimana straordinaria. Questa è una città fantastica. Mi è sempre stata molto a cuore. Ed è stato sensazionale perdersi nelle calli meno conosciute. Non so neanche dove mi sono trovato andando a zonzo, ma è stato affascinante. Qui, dovunque ti giri, ci sono testimonianze preziose nell'arte e nella gente».
Dicono tutti così...
«Ma è la verità. Qui c'è il senso del tempo e della storia. C'è il valore della comunità. Girare di sera, sotto la luna che ci è stata regalata in questo periodo dell'anno, è qualcosa di impensabile».
Perchè avete scelto Venezia?
«Per tutto quello che rappresenta. Confesso che inizialmente la scelta era stata un'altra, ma poi con il lockdown, con Stefano ci abbiamo pensato. Cosa c'è di più grande? Che cosa può ridarci un'esperienza di bellezza, di arte, di passione? Non poteva che essere questa città».
E come l'avete trovata?
«È tutto. È occhio. È cuore. È amore. Stefano e io ci siamo guardati e la scelta è arrivata. Peraltro non abbiamo dovuto convincere molto i nostri invitati (ride)...».
Porte aperte anche dal Comune?
«Una collaborazione ideale».
Ora tutti in trepidazione per le vostre nuove creazioni.
«Abbiamo scelto dei luoghi simbolo. Siamo andati a visitare la Misericordia. Abbiamo capito che sarebbe stato un luogo ideale per presentare la nostra Collezione casa in collaborazione con Luxury Living. È una scommessa nuova così come è nuova la nostra idea di impegnarci in questo settore. E poi al Ducale, avremo a disposizione la Sala del Maggior Consiglio...»
Li si decidevano i destini della Serenissima...
«Sarà il luogo dove presenteremo la collezione di gioielli. E sarà solo l'inizio. C'è un bel cambiamento dalla nostra prima sfilata veneziana di nove anni fa...»
Dove l'avevate fatta?
«A Palazzo Barbaro con cena finale a Palazzo Pisani Moretta. Indimenticabile».
E poi ci sarà il clou. La sfilata delle sfilate in Piazzetta sotto gli occhi di tutti. Nella presentazione online è stata battezzata Collezione Genesi
«È il senso del nostro lavoro, ma anche del riconoscimento dovuto alla magia degli artigiani veneziani, da quelli del vetro a quelli dei ricami e dei tessuti. In questa città ci sono professionalità straordinarie. E noi ne siamo rimasti affascinati. Ci sono una capacità, una manualità, una conoscenza preziosa da parte di chi ama a fondo il proprio mestiere. Un clima idea anche per presentare la collezione Gioielli uomo a San Rocco».
E che ci sarà all'Arsenale, la storica culla dell'artigianato veneziano?
«Sarà il finale con una passerella galleggiante con i nostri modelli. Sarà un colpo d'occhio!».
Cosa l'ha colpita maggiormente del lavoro degli artigiani veneziani?
«Molte cose: la forza, la creatività, la passione. Il rapporto che il maestro vetraio ha con la materia è qualcosa di magico, offre un senso plastico. Lo ammetto sono rimasto scioccato. Noi abbiamo colto questa maestria nelle nostre creazioni. Negli abiti, nei gioielli, nei nostri lavori».
C'è un legame tra la sua Sicilia e Venezia?
«C'è un filo rosso che lega queste due realtà. Mi ricordo tutti quei lampadari di Murano che abbellivano gli ambienti dei palazzi siciliani. Dimostrano la grandezza che ci circonda. È un segno ideale».
E in tutto questo c'è anche un altro messaggio, soprattutto rivolto ai giovani

«Dobbiamo coltivare il talento. Lo possiamo fare sottolineando e valorizzando gli artigiani, che spesso come categoria sono stati umiliati. Per noi sono fondamentali, sono l'anima delle nostre creazioni. In questo senso vogliamo risvegliare l'interesse dei giovani. E lo facciamo con il progetto delle Botteghe di Mestiere, un corso di formazione sulla sartoria che vuole offrire concrete opportunità di lavoro».
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Il Gazzettino