L'obiettivo resta quello di portare le bottiglie sulle tavole di mezzo mondo già per il prossimo Natale. Ma ora la prima vendemmia del nuovo marchio Doc...
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La nuova Doc è stata pensata per promuovere un vino la cui domanda è in costante crescita sul mercato internazionale: in primis quello americano, russo e cinese. Il potenziale produttivo è stato calcolato in 250 milioni di bottiglie, di cui 80 milioni prodotte nel solo Veneto. Nel Nordest l'area vocata a Pinot si estende su una superficie di 20 mila ettari: 10 mila in Veneto, oltre 6 mila in Friuli e il resto in Trentino. A fare la parte da leone in regione, secondo i dati di Avepa, è la provincia di Treviso con 3.988 ettari, soprattutto nelle zone di pianura, escludendo quelle tradizionali del Prosecco di Asolo, Conegliano e Valdobbiadene. Ci sono poi Verona (2.(((favarom)))881 ettari), Venezia (1.765), Vicenza (1.033) e Padova (433). Seguono Rovigo con 10 ettari e Belluno con un solo ettaro. «Questa nuova Doc potrà valorizzare il Pinot grigio seguendo l'ottimo risultato ottenuto con il Prosecco, che ha allargato la sua area di coltivazione anche al Friuli - spiega Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso - se non ci sarà la proroga perderemo un altro anno in termini di introduzione della fascetta di stato, di controllo della produzione e di quotazione del Pinot, con gravi conseguenze per i prezzi».
In ballo c'è una grande fetta di mercato. «Quest'anno sarà decisivo per le quotazioni del Pinot grigio. Veniamo da un 2014 con una vendemmia molto scarsa, che ha mantenuto la quotazione in equilibrio. E nel 2015 la quotazione è rimasta alta in virtù del fatto che il nuovo disciplinare del Prosecco ha previsto un taglio con Pinot grigio al 15 per cento anche a livello di vinificazione - conclude Pierclaudio De Martin, presidente dei viticoltori di Confagricoltura - non è detto che quest'anno succeda altrettanto, soprattutto alla luce dei nuovi impianti di Pinot che aumenteranno l'offerta complessiva del prodotto sul mercato. Per questo dobbiamo assolutamente arrivare in questa vendemmia alla Doc delle Venezie, che ci garantirà un'ottimale gestione della produzione e dei prezzi, oltre ad un marchio ben identificato e più protetto contro i rischi di contraffazione». Adesso si attende con ansia la risposta del ministero. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino