Il G20 di Venezia in cucina: «Più di 40 anni a sfamare i potenti della terra con i piatti tradizionali veneti»

Il G20 di Venezia in cucina
VENEZIA - Più di 40 anni a sfamare i potenti della terra con i piatti della tradizione veneziana. Con il gala di ieri a palazzo Ducale, Eligio Paties dei Do Forni, è...

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VENEZIA - Più di 40 anni a sfamare i potenti della terra con i piatti della tradizione veneziana. Con il gala di ieri a palazzo Ducale, Eligio Paties dei Do Forni, è l'highlander dei vertci mondiali: aveva iniziato col G7 del 1980, ha proseguito nel 1987, è arrivato al 2021. Per l'occasione, ieri sera, ha servito ai tavoli del cortile interno del Ducale circa trecento persone tra ministri delle finanze, governatori delle banche centrali, la presidente della Bce Christone Lagarde e guardie del corpo riunitisi in Laguna per il summit di Economia in corso fino a domani. A lavorare, in un convivio dai sapori locali, «tutto il personale necessario tra i cuochi, i camerieri in smoking, gli uomini di fatica e i sommelier», chiarisce Paties, patron della tradizione culinaria veneta e veneziana. Tra i commensali, negli anni Ottanta, si ricordano l'allora primo ministro del Regno Unito Margatet Thatcher, il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e quello francese François Mitterrand. Cambiano i protagonisti ma un menù che racconti il territorio resta un tema ricorrente.


«Questa è la richiesta esplicita da parte dell'organizzazione che ha scelto tra le diverse proposte e abbinamenti che gli abbiamo sottoposto» sottolinea Paties. Alle 19, orario di ingresso previsto per gli ospiti all'interno dell'edificio, l'aperitivo di benvenuto è stato a base di Bellini, prosecco di Valdobbiadene, vino bianco fermo, succhi di frutta e bibite analcoliche. Tutt'intorno le Logge e la Scala dei Giganti. Ad accompagnare il cocktail, una dadolata di tonno scottato al sesamo e riduzione di aceto balsamico di Modena, brochette di polenta fritta e baccalà mantecato alla veneziana, ancora mignon di tartare di salmone e crema di avocado, e crostini di pane con rotolini di zucchine e robiola. Una volta accomodati nelle tavole rotonde da massimo cinque persone l'una, e nel rispetto delle distanze di sicurezza, è arrivato il momento della cena servita. Granseola nel suo guscio come antipasto, sformato di linguine con ragù del pescato del giorno alla Sanpierotta di primo, bocconcini di pescatrice con verdure sautè allo zafferano di San Gimignano e giardinetto di legumi stagionali delle isole della laguna veneta come secondo e contorno. Ha chiuso per dolce una mousse ai tre cioccolati con il caffè. Anche dalla cantina la scelta è stata di casa, con la Ribolla gialla dei Colli orientali e il Valpollicella classico.


«Rispetto alla mia esperienza e a tante realtà a cui ho preso parte anche all'estero, l'organizzazione del G20 in città e di questo particolare evento di gala, come per gli altri catering in cui sono stato coinvolto, tra cui il cocktail di mercoledì 7 alla Banca d'Italia, è stata encomiabile evidenzia Paties Tutto è stato fatto per tempo, con precisione e puntualità, senza che ai veneziani fosse impedito di girare tranquillamente per le calli. Venezia è aperta e accogliente in questi giorni e in un momento di ripartenza come quello che stiamo attraversando, un avvenimento del genere è un tocca sana per l'immagine che viene trasmessa al mondo e per la stessa visibilità di cui godrà il nostro Arsenale. È uno stimolo nell'immediato e per il futuro conclude - Senz'altro qualcuno degli addetti ai lavori programmerà di fermarsi oltre domenica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino