Dj Otto muore di Covid, ha fatto ballare i ragazzi degli anni '80 al Papillon di Roveredo (e non solo)

Dj Otto morto di Covid
SANTA GIUSTINA - Era bellunese, anche se nato in Svizzera e anche se la sua attività professionale lo aveva portato spesso lontano dalla sua provincia: Dj Otto,...

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SANTA GIUSTINA - Era bellunese, anche se nato in Svizzera e anche se la sua attività professionale lo aveva portato spesso lontano dalla sua provincia: Dj Otto, all'anagrafe Ottorino Casagrande, era di Santa Giustina ed è morto ieri di covid all'ospedale di Dolo (Venezia). Fin da giovane era appassionato di musica: si era diplomato in fisrmonica ed era stato, a 15 anni, campione europeo juniores con quello strumento. 


LA CARRIERA

Quando aveva deciso di dedicarsi professionalmente alla musica, aveva cominciato a fare il dj e aveva cominciato a girare mezza Italia (spesso ha animato serate in molte località della riviera alto adriatica, in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Romagna) e aveva trascorso alcuni periodi anche all'estero. Alla fine degli anni 80 aveva cominciato a lavorare per una delle discoteche all'epoca più famose della provincia di Pordenone, il Papillon di Roveredo in Piano, dove aveva cominciato a proporre la disco music. Oltre a essere musicista, era diventato poi anche produttore di talenti. A Roveredo era stato portato da uno scopritore di talenti come l'allora titolare Aldo Fassetta, con il quasle aveva stabilito un rapporto durato per molti anni. Il suo talento lo aveva fatto apprezzare anche da star della musica e dello spettacolo come Fiorello e come Mario Biondi. Di recente avava cominciato a collaborare con una società padovana che gestisce radio in fm e via internet.

LE REAZIONI

Su Facebook sono stati subito molti i commenti alla morte di Casagrande, anzi, di dj Otto, avvenuta all'ospedale veneziano di Dolo, dove era stato ricoverato una ventina di giorni fa. Reazioni per lo più commosse e addolorate, come quelle anche di suoi colleghi. Ha detto Marco Ossanna, bellunese anche lui e dj anche lui, che di Casagrande è stato professionalmente un rivale, anche se lo ha sempre rispettato per la sua professionalità: «Eravamo fratelli, ci conoscevamo da 45 anni e ci sostenevamo a vicenda. Abbiamo anche lavorato assieme, l'esperienza più bella è stata quella al Pineta di Milano Marittima. Otto nella musica ha sempre visto lontano. Lungimirante, ambizioso, forse addirittura troppo esigente con se stesso, non si accontentava mai». Ottorino Casagrande lascia la mamma e due fratelli. Il funerale sarà celebrato sabato alle 15 a Santa Giustina.

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Il Gazzettino