​Disobbedienti, video e foto degli scontri nei loro cellulari dopo gli scontri con carabinieri e polizia

Scontri tra agenti e disobbedienti
PADOVA - In quei telefoni cellulari potrebbero essere stati salvati video e foto degli scontri contro i carabinieri e la polizia. Ecco perchè la Procura ha ordinato di...

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PADOVA - In quei telefoni cellulari potrebbero essere stati salvati video e foto degli scontri contro i carabinieri e la polizia. Ecco perchè la Procura ha ordinato di passare al setaccio gli smartphone dei sette no global indagati e raggiunti da misure restrittive. Tutti con l'obbligo di firma e tutti accusati di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.


Quattro inoltre hanno l'obbligo di dimora. Sono Andrea Occhipinti di Mestre e Rolando Lutterotti di Padova, rispettivamente i leader del centro sociale Rivolta e del Cso Pedro. Quindi Piero De Checchi e Riccardo Agostini appartenenti all'area padovana degli antagonisti. In totale i disobbedienti finiti iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Sergio Dini, titolare del fascicolo, sono diciotto. Da questa mattina inizieranno gli interrogatori di garanzia davanti al Gip Laura Alcaro.

I FATTI
Il 5 novembre dell'anno scorso una pattuglia dei carabinieri del Nucleo radiomobile, ha effettuato un controllo del territorio in via Ticino strada dove è ubicato il Centro sociale Pedro. I militari hanno notato un ragazzo uscire dalla parte posteriore di una Fiat Punto e hanno deciso di intervenire. Il giovane, secondo l'accusa, sarebbe stato De Checchi che non avrebbe voluto farsi identificare. Gli uomini dell'Arma lo hanno bloccato e lui si sarebbe messo a urlare per attirare l'attenzione dei suoi compagni no global all'interno del centro sociale. E in pochi secondo dal Pedro si sarebbero riversati sulla via una quarantina di antagonisti. Obiettivo accerchiare e colpire i carabinieri. I militari, invece di reagire con la forza, hanno avuto la lungimiranza di allontanarsi per evitare il peggio. I due in servizio al Radiomobile se la sono cavata con cinque e sette giorni di prognosi.
Quattro giorni più tardi, il 9 di novembre, nel rione Palestro a un passo dal centro storico la polizia doveva eseguire un provvedimento di sequestro preventivo di quattro appartamenti di proprietà dell'Ater occupati abusivamente da otto pedrini. I disobbedienti avrebbero così organizzato un'azione di resistenza contro la repressione dello Stato chiamando in soccorso i militanti di altri centri sociali del Veneto. Così la mobilitazione antagonista si è scagliata contro gli agenti dando vita a una manifestazione violenta e non autorizzata. A farne le spese rimanendo feriti sono stati otto poliziotti.

CHI SONO
L'attuale mondo disobbediente padovano racchiude in sè, oltre ai militanti del Cso Pedro, struttura portante dell'antagonismo, i sindacalisti di Adl Cobas, gli esponenti dell'ex Cpo Gramigna (ora Levante), il gruppo Non una di meno e quello del Catai lo spazio sociale di confronto. Non manca anche qualche uomo di Rifondazione comunista.


Il movimento, da qualche mese, ha strizzato l'occhio all'area anarchica. Battaglie comuni sono diventate la volontà di abolire il carcere duro (41 bis) e quella di combattere contro quella che l'estrema sinistra definisce la repressione dello Stato. Il cui simbolo, non solo in Italia ma in tutti i gruppi anarchici d'Europa, è diventato Alfredo Cospito recluso a Sassari dove sta portando avanti lo sciopero della fame.
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Il Gazzettino