MESTRE - «Mia figlia è dislessica certificata sin dalla quarta elementare. L'anno scorso ha frequentato la quarta superiore al liceo Franchetti dove le sono stati...
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LA VICENDA
Faldone alla mano, mostrando le carte, la signora scende nei particolari e punta il dito in particolare contro il docente coordinatore di classe: «Quel professore, che peraltro insegna educazione civica e filosofia, ha impedito alla ragazza di adoperare in classe il registratore che a lei serve per seguire la spiegazione qualora si ritardasse nel prendere appunti. È un suo diritto per finalità di studio individuale, previsto dalla legge e confermato per iscritto dal Garante per la privacy, diritto che le è stato negato per tutte le lezioni di tutte le materie. Le hanno detto non siamo all'Università. La conseguenza è stata che ha dovuto recuperare gli appunti dai compagni, che ringraziamo per la solidarietà, con la necessità di doverli leggere, interpretare, ricopiare integralmente. È arrivata a non dormire più, all'esaurimento nervoso e alla consumazione della cartilagine del polso, tanto da doversi ingessare. Mia figlia non è una pigra, ha studiato fino ad ammalarsi».
L'EPILOGO
A fine anno la studentessa si è vista rimandata in greco e inglese, quindi bocciata. «E anche qui ci sarebbe molto da raccontare prosegue la madre Per il greco non è stata messa nelle condizioni di frequentare il corso di recupero che la scuola è tenuta a svolgere, mentre per l'inglese alla prova le hanno dato cinque brani da leggere e tradurre seduta stante, non tenendo conto delle sue fatiche. D'estate ha dovuto fare anche l'alternanza scuola-lavoro, ha dovuto seguire un corso a Siena per il suo disturbo e per un mese è andata in Inghilterra per recuperare l'insufficienza. Insomma, non è stata con le mani in mano. La bocciatura le ha generato un altro pesante contraccolpo psicologico». La famiglia si era rivolta a un avvocato e ha proposto ricorso al Tar, che tuttavia non ha concesso la sospensiva. Successivamente il Consiglio di Stato ha imposto al Franchetti di rifare lo scrutinio, svoltosi il 6 febbraio. «Ovviamente l'esito è stato tale e quale il precedente, non poteva essere diversamente. Tutto questo si chiama discriminazione», conclude la madre. E al Franchetti cosa si dice a proposito? Contattato, Roberto Gaudio, formalmente preside, ma quest'anno distaccato a incarico universitario, spiega: «Conosco molto bene la vicenda, ma in questo momento non spetta a me commentare». L'istituto è retto dal professor Davide Frisoli che tuttavia, cercato tre volte tramite il centralino (lasciamo il suo riferimento e sarà richiamato), ha ritenuto di non farsi sentire.
Alvise Sperandio
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Il Gazzettino