SANTA GIUSTINA - Diserbo lungo i binari della ferrovia a Santa Giustina: ci risiamo. In questo secondo passaggio estivo eseguito dagli operatori di Ferrovie dello Stato per...
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LA DENUNCIA
«Ancora una volta segnalo lo scempio che Rfi ha fatto nelle scorse notti nel diserbare lungo i binari della linea ferroviaria Padova - Calalzo - spiega la capogruppo Fiorot -. Quello che è ancor più grave è che nel diserbare Rfi ha coinvolto piante all'interno di giardini privati che si trovano ad una distanza minima regolare».
Numerose le zone coinvolte, tra cui la località di Salzan. Insomma una situazione che lascia perplessi soprattutto perché sembra strano che queste piante diventino d'improvviso, dopo una spruzzata di diserbante, tutte bianche, se il prodotto utilizzato non è nocivo. A fronte di quanto accaduto quindi, la capogruppo chiede a Arpav, al servizio di prevenzione dell'Usl 1 Dolomiti e al comune di Santa Giustina un intervento per avere delucidazioni su quali tipi di diserbanti sono stati usati, le quantità e i rischi per la salute delle persone e degli animali e soprattutto una valutazione se i diserbanti sono irrorati con le giuste misure preventive.
IL PRECEDENTE
Analoga situazione si era verificata mesi fa quando Ferrovie dello Stato aveva eseguito un primo intervento di diserbo. Anche il quel caso le piante erano diventate tutte bianche.
La capogruppo aveva segnalato la cosa, sia al comune che all'azienda, all'Arpav e all'Usl. E le prime risposte erano allora arrivate. Ma non hanno convinto. Come si leggeva in una nota di Ferrovie dello Stato infatti, pur privilegiando il ricorso a tecniche o metodi alternativi, allo stato attuale l'impiego di prodotti fitosanitari è tuttavia necessario per garantire la stabilità della sede e conseguentemente la sicurezza dell'esercizio ferroviario.
I DUBBI
Ferrovie dello Stato sottolineava che non utilizza fitosanitari classificati come pericolosi. Quello che è certo è però che i proprietari dei terreni hanno il diritto di non vedersi diventare le piante del giardino bianche e di mangiare la verdura dell'orto con prodotti di cui non si conosca la provenienza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino