Disabile attende 8 ore l'ambulanza che lo riporta a casa

Il caso di un 49enne caduto dalla carrozzina e medicato all'Angelo

Disabile attende 8 ore l'ambulanza che lo riporta a casa
MARTELLAGO - Disabile cade dalla carrozzina al Ceod battendo la testa...

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MARTELLAGO - Disabile cade dalla carrozzina al Ceod battendo la testa e rompendosi il naso, viene condotto in ospedale e, non bastasse, deve attendere otto ore che un'ambulanza lo riporti a casa. A denunciare il caso gli anziani genitori di un 49enne di Olmo affetto da oligofrenia di alto grado, e per di più non in grado di camminare, che da anni fruisce del servizio del centro occupazionale diurno dell'Asl 3 Stella Polare di via Chiesa, sempre a Olmo, gestito dalla coop sociale Codess. Giovedì mattina, per consentirgli più libertà di movimento onde spingersi da solo sulla sedia a rotelle, suppone il padre, gli operatori potrebbero avergli tolto la cintura di sicurezza cui era assicurato alla carrozzina, sta di fatto che il paziente è rovinato a terra di faccia procurandosi un trauma cranico, frattura del setto nasale e rottura di due denti: già questo un fatto grave di cui i responsabili della struttura dovranno rispondere per omessa custodia di un ospite non autosufficiente affidato loro. E' stato chiamato il 118 e il 49enne è stato portato in ambulanza al Pronto Soccorso dell'Angelo dov'è giunto alle 11.07: è stato medicato, sottoposto a Tac e dimesso con le indicazioni per la gestione del trauma a domicilio alle 15.21. Il problema è che da allora il disabile, che pesa 110 chilogrammi, e i genitori, di 80 e 77 anni, che non erano in grado di trasportarlo da soli, hanno dovuto attendere nel corridoio fuori della sala d'attesa del pronto soccorso fin quasi le 23 perché un mezzo di servizio lo riportasse a casa. Una vergogna, un'attesa inaccettabile per un paziente, a maggior ragione una persona con questi problemi lamenta il padre, che peraltro ieri, portando i referti al medico di base, si è pure accorto che al pronto soccorso gli avevano consegnato gli esami del sangue di un'altra paziente: è dovuto tornare al nosocomio per riportarli indietro in modo che la legittima proprietaria li potesse ricevere e per recuperare quelli del figlio, con cui erano stati scambiati per errore. Il trasporto a domicilio - trasporto secondario e non urgente - è stato effettuato dalla Croce Verde non appena possibile, in un periodo in cui le ambulanze dell'associazione hanno molte e pressanti richieste per questo servizio - giustificano dall'Asl Serenissima - Il paziente ha atteso in pronto soccorso in situazione protetta e ha potuto essere accompagnato a casa in serata, quando anche i mezzi del Suem 118 si sono affiancati, compatibilmente con le urgenze, per gestire i trasporti secondari. L'azienda aggiunge che a far lievitare le richieste di questi trasporti non urgenti è anche l'alto numero di pazienti positivi al Covid registrati in queste settimane nei pronto soccorso e negli ospedali, prendendo atto della criticità, ma annunciando che si sta preparando a rispondervi anche tramite un nuovo bando per potenziare il servizio.

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Il Gazzettino