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TREVISO - Diplomi clonati, contraffatti o conseguiti in scuole non riconosciute. Ma anche anni di lavoro non svolti inseriti nel curriculum per aumentare il punteggio nella graduatoria per le supplenze. Sono le situazioni che hanno spinto l'ufficio scolastico di Treviso a segnalare alla Procura una ventina di insegnanti per autocertificazioni apparentemente non corrispondenti al vero. «In alcuni casi è emerso che il diploma indicato era sostanzialmente inventato di sana pianta spiega la dirigente Barbara Sardella a volte direttamente falsificato e a volte con un numero di registro reale ma con un nome diverso. A questi si aggiungono poi i diplomi conseguiti in scuole senza la parità. Così come anni di lavoro per i quali non risultano i contributi, quindi non effettivamente svolti».
I CONTROLLI
Il controllo delle autocertificazioni è costante.
I PRECEDENTI
Il fatto che gli accertamenti ormai siano una regola ha il suo perchè: tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, proprio in Veneto e in particolare nella Marca esplose il caso del personale Ata assunto con certificazioni palesemente fasulle. I controlli portarono a diversi licenziamenti con relative segnalazioni alla Procura e a contratti a tempo determinato revocati dagli istituti di appartenenza. Le posizioni sotto inchiesta furono decine. E dove non arrivavano il falso materiale e ideologico o in alcuni casi la truffa ai danni dello Stato, c'erano comunque graduatorie da aggiornare e correggere, con pesanti conseguenze per chi era destinato a retrocedere perchè non aveva saputo produrre attestazioni credibili. Dopo due mesi di verifiche e indagini sui diplomi fasulli, in gran parte provenienti da istituti paritari della Campania, o presunti tali, si arrivò alla resa dei conti con i primi porvvedimenti esecutivi mentre la lista, pressochè infinita di paritarie che avevano sfornato diplomi a raffica si arricchiva quasi ogni giorno di nomi nuovi dopo quelli storici da tempo sotto i riflettori: la De Nicola di San Giuseppe Vesuviano, la San Remigio di Nocera Inferiore, la Disney Club di Marcianise e il Voltaire di Napoli. Il diploma c'era, bello gonfio di crediti, la scuola esisteva o era esistita, l'attività formativa era o era stata apparentemente regolare, ma non c'era mai corrispondenza fra gli anni di apertura dei corsi e quelli di consegna del sospirato titolo di studio. Discorso pressochè identico anche per i titoli integrativi con qualifiche su uso dei computer e conoscenza della lingua inglese che non trovavano corrispettivi nella realtà. Un ginepraio che aveva fatto impazzire le segreterie di tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia. Quel caos però è riuscito a riportare un po' di ordine: ora il livello di attenzione si è alzato e con esso le verifiche. Con tutte le conseguenze del caso.
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Il Gazzettino