Gioco e droga, un casco e onde elettromagnetiche contro la dipendenza

Gioco e droga, un casco e onde elettromagnetiche contro la dipendenza
MONSELICE (PADOVA) - Nasce un'altra strada per uscire dal tunnel della droga e del gioco d'azzardo. Apre l'ambulatorio per ridurre la dipendenza grazie alle onde...

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MONSELICE (PADOVA) - Nasce un'altra strada per uscire dal tunnel della droga e del gioco d'azzardo. Apre l'ambulatorio per ridurre la dipendenza grazie alle onde elettromagnetiche, un tecnica innovativa non invasiva utilizzata nei pazienti che non rispondono ai trattamenti standard. Taglio del nastro domani mattina al Serd di Monselice. Sono già stati arruolati sessanta pazienti che si sottoporranno a dieci sedute ciascuno. Al termine della sperimentazione, autorizzata dal Comitato etico della provincia di Padova, si valuteranno i benefici. La novità si inserisce all'interno del progetto Cambio Gioco finanziato dalla Regione Veneto.


«Questo approccio è ormai approvato da alcune delle più importanti associazioni scientifiche internazionali - sottolinea la dottoressa Arianna Camporese, responsabile dell'ambulatorio - negli ultimi anni, grazie soprattutto agli studi nel campo delle Neuroscienze, appare sempre più accreditata anche l'applicazione nelle dipendenze, sia da sostanze che comportamentali». La salvezza terapeutica dunque potrebbe giungere da una piastra intelligente (in gergo chiamata coil), che viene appoggiata sulla testa della persona, una sonda stimolante a forma di 8.

L'APPARECCHIATURA
Sarà questa nuova apparecchiatura, del valore di 90mila euro, la novità dell'ambulatorio per la Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) del Serd di Monselice del dipartimento dipendenze dell'Ulss 6 Euganea. In mattinata verranno trattati i primi due pazienti. «L'introduzione della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva aggiunge la dottoressa Camporese - nel trattamento delle dipendenze potrebbe essere fortemente d'aiuto, soprattutto grazie alla sua potenzialità di modulare l'attività neuronale sia localmente all'area stimolata, sia nei collegamenti cerebrali interconnessi, provocando una riduzione del desiderio irrefrenabile di utilizzare una determinata sostanza o di ripetere un comportamento potenzialmente dannoso per la salute come il gioco d'azzardo».

L'ambulatorio rTMS, che si inserisce all'interno del progetto denominato Cambio Gioco finanziato dalla Regione Veneto con 693.800 euro per interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, è uno tra i primi ambulatori del Sistema sanitario nazionale ad offrire in Italia questa innovativa metodica terapeutica. «Ringrazio la Regione del Veneto per la sensibilità e l'attenzione nei confronti degli assistiti più delicati e problematici, sensibilità e attenzione che ci portano - commenta il direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta - ad esplorare nuove frontiere, a sperimentare rinnovate strade per contrastare un fenomeno complesso, e che interessa una fetta sempre più consistente della popolazione, qual è quello delle dipendenze: il nostro studio è volto a verificare un nuovo approccio terapeutico che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle dipendenze patologiche riducendo i tempi di trattamento, con estremo rigore scientifico».

L'INDAGINE

L'indagine sperimentale proposta dal dipartimento dipendenze dell'Ulss 6 Euganea utilizzerà un protocollo in doppio cieco randomizzato (ovvero sia gli operatori sanitari sia i partecipanti non conosceranno il tipo di trattamento assegnato) che verrà testato in 30 giocatori d'azzardo patologici e 30 con dipendenza da cocaina, e si propone di validare per la prima volta in un ampio campione di soggetti l'efficacia della rTMS nel ridurre il numero di recidive e di desiderio nefasto. I partecipanti verranno cioè casualmente assegnati a un gruppo di stimolazione reale o a un gruppo di stimolazione placebo. Il ciclo di trattamento, gratuito, è così articolato: due settimane di sedute giornaliere di rTMS della durata di 20 minuti, a cui seguirà un periodo di follow-up della durata di 6 mesi. In pratica i 30 pazienti verranno sottoposti a dieci sedute ciascuno, ognuna di 20 minuti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino