Cassazione, vietato usare il gps per controllare i dipendenti

Cassazione, vietato usare il gps per controllare i dipendenti
E’ vietato controllare i dipendenti tramite Gps. La sentenza è della Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza emessa il 16 dicembre 2014 del giudice del...

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E’ vietato controllare i dipendenti tramite Gps. La sentenza è della Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza emessa il 16 dicembre 2014 del giudice del lavoro padovano Mauro Dallacasa in merito a un contenzioso sottoposto alla sua attenzione.

La vicenda risaliva al maggio del 2012, quando una guardia giurata della Fidelitas Spa, istituto di sorveglianza molto attivo nel Veneto, secondo le contestazioni dell’azienda avrebbe saltato alcune ispezioni. Negli orari indicati per i "passaggi" di vigilanza, sempre secondo le contestazioni mosse al dipendente, il veicolo di servizio risultava in sosta in altro luogo. In altri casi la guardia avrebbe punzonato una sola postazione, omettendo il controllo di altri punti sottoposti a sorveglianza.
Per procedere alla contestazione disciplinare, che era sfociata poi nel licenziamento, Fidelitas Spa aveva utilizzato i dati acquisiti attraverso strumenti di controllo a distanza, ovvero tramite il Gps installato sull’auto e il cosiddetto "patrol", la tessera magnetica che il vigilante deve strisciare su un lettore ottico durante l’ispezione. Il giudice della fase sommaria, ovvero il primo grado del procedimento previsto dalla legge Fornero, aveva dichiarato legittimo il licenziamento, pur censurando l’utilizzo del Gps come sistema di controllo. Il giudice Dallacasa aveva invece rovesciato il verdetto ritenendo illegittimo ai fini disciplinari l’uso di qualsiasi mezzo di controllo a distanza come Gps o Patrol, come prevede l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. Il vigilante, difeso dal legale Francesca Varotto Zannini era stato di conseguenza reintegrato in servizio.

Ora la Cassazione ha confermato appunto la sentenza di secondo grado. In primo luogo, i supremi giudici hanno rilevato che «il sistema di controllo attraverso gps installato sulle vetture in uso ai dipendenti è stato predisposto ex ante ed in via generale ben prima che si potessero avere sospetti su una eventuale violazione da parte del lavoratore». In secondo luogo, «se per l'esigenza di evitare attività illecite o per motivi organizzativi o produttivi, il datore può installare impianti o apparecchi di controllo che rilevino anche dati relativi alla attività lavorativa dei dipendenti», tali dati però - in applicazione delle garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori - «non possono essere utilizzati per provare l'inadempimento contrattuale dei lavoratori medesimi». Infine la Cassazione ha osservato che «appare evidente che il controllo permesso dal sistema Gps sulle autovetture della società permetteva un controllo a distanza dell'ordinaria prestazione lavorativa, non la tutela di beni estranei al rapporto di lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino