Rovigo. Dopo le dimissioni del sindaco è arrivato il commissario

Rovigo. Dopo le dimissioni del sindaco è arrivato il commissario
ROVIGO - Palazzo Nodari ha voltato pagina e da ieri è iniziata l'era, breve, del commissariamento che terminerà dopo le prossime elezioni comunali di giugno. Il...

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ROVIGO - Palazzo Nodari ha voltato pagina e da ieri è iniziata l'era, breve, del commissariamento che terminerà dopo le prossime elezioni comunali di giugno. Il commissario prefettizio Gianfranco Tomao, incaricato dal prefetto Clemente Di Nuzzo a guidare il Comune per i prossimi quattro mesi, ha preso servizio ieri mattina. Al secondo piano di Palazzo Nodari è arrivato più o meno a metà mattina, ha preso posto nell'ufficio del sindaco, ha fatto conoscenza con i dipendenti della segreteria e con il segretario generale Alessandro Ballarin. Dopo le formalità, ecco il primo passaggio operativo: Tomao si è chiuso in sala giunta con i dirigenti di tutti settori dell'ente oltre allo stesso Ballarin per una riunione fiume necessaria per iniziare ad acquisire elementi utili allo svolgimento delle sue funzioni. Intorno alle 13 i dirigenti hanno iniziato a uscire, uno dopo l'altro: Nicoletta Cittadin della Ragioneria e Christian Scalabrin dell'Urbanistica, Marco Plechero della Programmazione strategica ed europrogettazione, Marzia Rizzia dei Lavori pubblici, Micaela Pattaro della Cultura e Valeria Orna dei Servizi sociali.

LA RIUNIONE

L'ultimo a lasciare la riunione è stato il comandante della Polizia locale Alfonso Cavaliere seguito a ruota da Ballarin. E il commissario? Il commissario ha lasciato la sala giunta senza passare dal salone d'onore: un breve giro negli uffici per questioni informatiche, così almeno è stato detto da alcuni lavoratori, e poi avrebbe lasciato il municipio per farvi ritorno nel pomeriggio. Non a caso, in quel momento, fuori dalla sede municipale, davanti all'ingresso principale affacciata su piazza Vittorio Emanuele II, si trovavano il prefetto Di Nuzzo e il viceprefetto vicario Valeria Gaspari in attesa del commissario per una pausa conviviale. A stretto giro Tomao ha fatto capolino in piazza e si è fermato per un breve scambio di battute dal quale emerge che nell'ordinaria amministrazione si avvarrà del supporto di uno o più subcommissari: «Sarò qui per pochi mesi ha spiegato però un aiuto credo sia necessario». Un'affermazione alla quale il prefetto ha fatto eco: «È un Comune con le sue complessità». Complessità anche sotto il profilo politico, dal momento che Rovigo negli ultimi dieci anni, tra il 2014 e il 2024, è stata amministrata da tre diversi commissari: i primi due dopo la caduta rispettivamente dei sindaci Bruno Piva nel luglio 2014 e Massimo Bergamin nel febbraio 2019, entrambi di centrodestra.

TERZO COMMISSARIO

Adesso il terzo commissariamento a seguito delle dimissioni di Edoardo Gaffeo, primo sindaco di centrosinistra dal 2011, anno in cui è terminato, alla sua scadenza naturale, il mandato di Fausto Merchiori. Quanto al lavoro che dovrà affrontare Tomao chiarisce: «Facciamo tutto quanto è necessario, a partire dalle cose più urgenti a ciò che è necessario e utile per i cittadini, con calma, tranquillità e buonsenso. Ho un punto di riferimento che è il prefetto. Facciamo tutto quello che occorre». Infine, un commento sulle prime impressioni della città: «Mi sembra molto bella» conclude e, riferendosi a piazza Vittorio Emanuele II, aggiunge: «Sembra un salottino». Tomao, romano, 67 anni, prefetto in quiescenza, incontra la stampa oggi per approfondire nel dettaglio i temi amministrativi che si appresta ad affrontare. 

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Il Gazzettino