Genitori uccisi, l'infanzia d'inferno dell'ex vigilessa nelle parole della sorella: «Papà ci picchiava»

Diletta Miatello
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ASOLO - Il processo a Diletta Miatello, l'ex vigilessa di Asolo in carcere con l'accusa di avere ucciso i genitori, ha registrato il suo clou ieri mattina, 5 marzo, con la testimonianza choc della sorella Chiara. La donna, sentita in aula per oltre due ore, ha raccontato ai giudici della Corte d'Assise quanto fosse difficile rapportarsi con Diletta descrivendo un contesto familiare a tratti violento, dove il padre prendeva il sopravvento sulle figlie e sulla moglie. È calato il gelo in aula quando la presidente Mariella Fino ha chiesto alla sorella dell'assassina: «Vostro padre vi picchiava?». La risposta di Chiara non ha lasciato spazio ai dubbi: «Ho trascorso un'infanzia e un'adolescenza difficili. Mio padre ci picchiava. Una volta mentre io e mia sorella giocavamo ha afferrato le nostre teste per poi sbattercele una contro l'altra. Faceva male. Un giorno ha pestato la mamma».

IL MASSACRO
Diletta, secondo l'accusa, ha ucciso la sua anziana mamma la notte tra il 26 e il 27 dicembre del 2022 infierendo su di lei con ventiquattro colpi alla testa. Tutti inflitti con corpi contundenti e taglienti. Maria Angela Sarto è morta dissanguata. Il padre invece, deceduto due mesi più tardi il 28 di febbraio dell'anno scorso, è stato ferito al capo e al braccio destro con un piatto commemorativo.
Giorgio Miatello dopo un mese di ospedale a Padova è stato trasferito nella casa di riposo "Tiepolo" di San Martino di Lupari. Le sue condizioni sembravano in netto miglioramento, ma all'improvviso la situazione si è di nuovo aggravata. Fino ad arrivare alle 4 del pomeriggio del 28 di febbraio, quando è deceduto. «...È stata Diletta, me gà passà ben con un baston...» aveva raccontato in dialetto Giorgio Miatello alla figlia Chiara prima di morire.

I SEGNALI
I primi tre testimoni, chiamati dal pubblico ministero Marco Brusegan, hanno raccontato tutta una serie di azioni compiute negli anni dall'imputata (anche ieri assente). Ad analizzarle hanno il sapore di avvisaglie di quello che prima o poi sarebbe accaduto. «Mia madre non voleva che Diletta tornasse a casa, la temeva. A novembre del 2022, al culmine di una scenata con la mamma, mia sorella l'ha minacciata di morte urlandole "te copo"».
Diletta, a Padova ha lasciato un ex marito e un figlio. Una volta aveva una vita normale, una famiglia e un lavoro come agente della municipale di Asolo. Poi è arrivata «...La depressione e non voleva farsi curare. Andava dal medico, ma non sempre. Era diventata una accumulatrice seriale. Nella dependance accanto alla casa dei miei genitori non ci si poteva muovere. Era pieno di sacchi con all'interno scarpe e vestiti. Il lavandino traboccava di borse. Lei spendeva tutto il denaro acquistando capi di abbigliamento» ha ricordato Chiara. E poi le montagne di rifiuti «Le cantine erano stracolme di sacchi pieni di immondizia» ha proseguito la sorella. Diletta aveva sviluppato negli anni varie manie, come indossare sempre i guanti di lattice. «Ne abbiamo trovati tantissimi, come i flaconi con dentro il tranquillante» ha dichiarato Chiara ai giudici.
L'ex vigilessa, ormai senza un impiego, era sempre a caccia di soldi. Mamma e papà, dal gennaio 2015 al gennaio 2021 le hanno versato bonifici per 25mila euro. «Ai genitori - ha raccontato Franca Omizzolo, governante per alcuni mesi in casa Miatello - chiedeva sempre soldi. Dai 50 ai 30 euro, anche a me li chiedeva». Il padre le ha anche comprato un appartamento a Paderno del Grappa «Ma lei prima ha tentato subito di venderlo e poi lo ha messo in affitto» ha ricordato ancora Chiara. Insomma, una vita difficile per lei e per i suoi familiari.

Il comandante della caserma di San Martino di Lupari, Franco Vento, ha ripercorso quella mattina del luglio del 2020 quando Diletta ha tentato di farla finita assumendo benzodiazepine. Oppure quando nell'autunno, sempre del 2020, è stata denunciata per il furto di un giubbetto da bambino. A segnarla ai carabinieri, nell'agosto del 2022, sono state anche la mamma e la sorella, quando da casa erano spariti alcuni gioielli. Chiara, il 112, lo aveva chiamato pure una mattina quando è stata aggredita da Diletta.
 

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Il Gazzettino