Diga di Auronzo di Cadore, il Tar boccia la richiesta di Enel

Diga Auronzo di Cadore
AURONZO - Recentemente una sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio ha rigettato il ricorso prodotto da Enel produzione contro il Gestore dei Servizi Energetici,...

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AURONZO - Recentemente una sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio ha rigettato il ricorso prodotto da Enel produzione contro il Gestore dei Servizi Energetici, società interamente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e nei confronti della società altoatesina Alperia Group, che non si è costituita in giudizio e che tra l'altro progetta e realizza centrali idroelettriche.

NEL MIRINO
Al centro del contenzioso c'erano gli incentivi per la nuova centralina situata ai piedi della diga di Santa Caterina d'Auronzo di Cadore, inaugurata nel settembre del 2015 con la presenza dell'allora sindaco del Comune cadorino e presidente della Provincia di Belluno, Daniela Larese Filon, con Francesco Bernardi, responsabile Enel dell'Unità Business Hydro Veneto. La realizzazione, i cui lavori sono durati 2 anni ed hanno comportato un investimento di 2,9 milioni di euro, con 26.700 ore lavorate, pari a una media di 10 persone impegnate giornalmente sul cantiere, utilizza per muovere le turbine il deflusso minimo vitale che esce dal lago auronzano. L'impiego di questa ulteriore risorsa, che altrimenti andrebbe irrimediabilmente sprecata, consiste in un rilascio d'acqua minimo vitale liberato con continuità ed in quantità adeguata nell'alveo del fiumi a valle delle dighe esistenti. Vale a dire che l'acqua liberata dallo sbarramento è in grado di assicurare l'integrità ecologica della flora e della fauna naturalmente presenti lungo il corso di fiumi e torrenti, in questo caso nel torrente dell'Ansiei. Ciò in armonia a quanto stabilito dall'Autorità di Bacino del Piave. Insomma si tratta di un impianto che coniuga sostenibilità e innovazione, utilizzando fino all'ultima goccia delle rinnovabili per produrre energia elettrica con il conseguente abbattimento di anidride carbonica equivalente.

LA SENTENZA


Il Tribunale laziale ha concluso dando ragione al Gestore dei Servizi Energetici: "L'impianto per cui Enel richiede gli incentivi è alimentato da un flusso d'acqua costante, programmato ai sensi di legge, per cui non può beneficiare delle maggiori tariffe riservate agli impianti che utilizzano la "portata di volta in volta presente". Ne discende che esso non è qualificabile come "ad acqua fluente" sulla base della normativa attualmente applicabile". Per tale motivo, a giudizio del Tribunale laziale, l'Enel non può dunque pretendere di ottenere le tariffe incentivanti per gli impianti ad acqua fluente e quindi con rifornimento alle turbine non costante nel tempo, essendo il flusso condizionato da periodi di magra ed altri sovrabbondanti in caso di piogge intense o dello scioglimento di neve o ghiaccio.
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Il Gazzettino