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Un sabato come tanti in città: centro affollato come pure corsi e piazze, compresa via Mazzini la strada che conduce alla stazione ferroviaria. Anche lì di persone ce ne sono tante e per questo risulta ancora più difficile comprendere come nessuna di queste sia intervenuta per “difendere” un diciassettenne che è stato malmenato da due ragazzi mentre passeggiava con la fidanzata. Un’aggressione vera e propria, tanto che il minorenne è stato soccorso da un’ambulanza, portato al Santa Maria degli angeli dove è stato tenuto in osservazione. «Ha riportato trauma cranico e la frattura della mascella» ha scritto la mamma in una lettera indirizzata al direttore del canale 13, Gigi Di Meo. E le foto del giovane, allegate allo scritto, raccontano quanto accaduto, la violenza e soprattutto l’indifferenza di quanti hanno assistito alla scena senza muovere un dito per mettere fine all’aggressione.
LE INDAGINI
Non si sa cosa possa aver scatenato l’ira dei due ragazzi e sul motivo di tanta rabbia, se ne esiste poi uno, sono gli agenti della Squadra Volante a indagare, a dover cercare di dipanare la matassa per capire cosa ha portato al pestaggio.
L’APPELLO
La donna lancia quindi un appello: «Visto che la zona è così cambiata negli ultimi anni, non si potrebbe farla pattugliare e se polizia e carabinieri non possono essere presenti perchè non chiedono all’esercito di dare un supporto? Il Comune non può prendere provvedimenti per far sì che la gente possa uscire, tranquillamente, per fare una passeggiata». Il comandante della polizia municipale Maurizio Zorzetto ha assicurato che sarà aumentata la vigilanza dalle 17 nelle zone della città considerate più a rischio. L’amministrazione comunale ha chiesto al ministero un finanziamento per poter incrementare il sistema di videosorveglianza. Telecamere che possano fotografare in tempo reale quanto accade, permettendo così alle forze dell’ordine interventi rapidi in caso di necessità.
L’INDIFFERENZA
Di questa vicenda, però, quello che colpisce di più è la cecità volontaria di quanti hanno assistito all’aggressione. Assistere alla scena di due ragazzini che picchiano un coetaneo per quanto scioccante sia dovrebbe far scattare subito la reazione, la necessità di proteggere quello che appare evidentemente il più debole. Ma così non è stato: forse per paura, probabilmente perchè è meglio non impicciarsi. Una filosofia di vita che è difficile condividere.
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Il Gazzettino