Detenuto immigrato mostra il sedere alla guardia: 8 mesi

Il carcere di Pordenone
PORDENONE - Davanti agli agenti di polizia penitenziaria che cercavano di calmarlo, ha abbassato i pantaloni ed esibito il sedere. Souleymane Bance, 30 anni, l’immigrato del...

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PORDENONE - Davanti agli agenti di polizia penitenziaria che cercavano di calmarlo, ha abbassato i pantaloni ed esibito il sedere. Souleymane Bance, 30 anni, l’immigrato del Burkina Faso che due anni pugnalò il brigadiere capo di Azzano Decimo, ieri è stato processato per resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice monocratico Milena Granata (vpo Marco Tinazzi) gli ha inflitto 8 mesi di reclusione. Il 10 agosto 2018 - i giorni in cui era in carcere per l’aggressione ai carabinieri - litigò con il compagno di cella. Intervennero due guardie. Lui le sfidò minacciandole: «Vi ammazzo tutti». Afferrò un assistente per un braccio e infine, in segno di spregio, si calò i pantaloni.


Due anni fa Souleymane Bance creò parecchi problemi ad Azzano Decimo. Arrestato per tentato omicidio, grazie alla riqualificazione del capo di imputazione patteggiò per lesioni aggravate e resistenza. Era in misura cautelare, aveva chiesto di tornare nel Burkina Faso, ma non era stato possibile accontentarlo perchè aveva il passaporto scaduto. Il giorno dell’arresto sferrò un pugno contro la portiera della corriera per indurre l’autista a fermarsi in piazza Garibaldi a Tiezzo. Il dipendente dell’Atap lo rimproverò: «Non occorreva battere alla porta, mi sarei comunque fermato». Bance reagì prendendolo a schiaffi e pugni, poi si allontanò. Rintracciato in via IV Novembre dai carabinieri, estrasse dalla cinta dei pantaloni il coltello e lo agitò verso i militari. Colpì il brigadiere capo di Azzano, che in seguito alla pugnalata cadde a terra. Si avventò sopra di lui cercando di colpirlo ancora, ma fu fermato con una spruzzata di spray urticante in dotazione alla Polizia locale.
Un anno fa è stato accompagnato, su disposizione del questore Marco Odorisio, al Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, passaggio necessario affinchè il Consolato generale del Burkina Faso di Milano rilasciasse un lasciapassare per rimpatriarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino