ADRIA - Si era sentito male, a casa di un'amica, in centro città. Non è stata chiamata l'ambulanza, bensì i suoi parenti, compresa la madre, che...
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LE TESTIMONIANZEA chiedere di evitare una chiamata al 118 quando la mamma ha fatto la richiesta, ha detto il testimone, sarebbe stata l'amica e proprietaria dell'appartamento, finita a processo, che non voleva che venisse fuori che tutto fosse accaduto a casa sua. Dietro alla morte, infatti, aleggia anche l'ombra della droga, anche se perizie e consulenze sono carte ancora rimaste coperte nell'iter processuale e non sono da escludere ricostruzioni che possono completamente ribaltare ogni prospettiva. Destro, infatti, soffriva anche di epilessia e altre patologie.
OMISSIONE DI SOCCORSOPer l'accusa il fattore tempo sembra essere determinante, anche se l'omissione di soccorso come ipotesi di reato si configura anche senza l'eventuale morte. Aspetti medici e giuridici delicati che devono ancora essere affrontati in un processo straziante, che vivrà un'udienza decisiva il prossimo 18 novembre. Denis, non aveva fratelli ed aveva perso il padre prematuramente. Era diventato padre di una bambina da circa un anno ma viveva da solo, in centro a Villadose, perché si era nel frattempo separato dalla moglie. Proprio la moglie aveva presentato una denuncia, ma non si è poi costituita parte civile.
IL CUGINO«Mi ha chiamato e mi ha detto di andare da lei, ad Adria, io le ho detto chiama un'ambulanza, che io sono a Villadose», ha spiegato il cugino che quella sera festeggiava il suo compleanno. «Sapevo dell'epilessia e che andava al Sert. Una cosa così era successa anche due settimane prima, sempre a casa di lei, poi si era ripreso, questa volta tremava e sudava, ho detto di chiamare l'ambulanza ma lei ha detto che non voleva casini, così con mio padre l'abbiamo seduto su una sedia e l'abbiamo portato giù e messo in auto e poi l'hanno accompagnato in ospedale».
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino