Ingegnere demansionato, azienda costretta a risarcire 224mila euro

Ingegnere demansionato, azienda costretta a risarcire 224mila euro
UDINE -  Un ingegnere gestionale delle Acciaierie Bertoli Safau Spa ha ingaggiato un braccio di ferro con l'azienda lamentando un demansionamento, oltre che comportamenti...

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UDINE -  Un ingegnere gestionale delle Acciaierie Bertoli Safau Spa ha ingaggiato un braccio di ferro con l'azienda lamentando un demansionamento, oltre che comportamenti mobbizzanti finalizzati a indurlo al licenziamento. Dopo il giudice del lavoro del Tribunale di Udine e la Corte d'appello di Trieste, anche la Cassazione ha dato parzialmente ragione al manager confermando il diritto a un risarcimento di 187.862 euro per quanto riguarda il solo demansionamento e un ristoro di 36.280 euro a titolo di danno non patrimoniale.

La vicenda è annosa ed è stata seguita dall'avvocato Adriano Virgilio, affiancato in Cassazione dal collega Bruno Cossu. L'ingegnere, assunto nel 2000, aveva fatto causa perchè voleva essere reintegrato nelle mansioni di responsabile del controllo di gestione, ruolo che non gli era mai stato attribuito. Accusava l'azienda di averlo destinato a mansioni che non gli competevano, di essere stato costretto a godere di ferie e permessi, oltre che di essere stato collocato in cassa integrazione guadagni. Il Tribunale di Udine aveva in parte accolto le sue richieste rilevando che, ad eccezione del periodo che va dal luglio 2003 all'ottobre 2004, le mansioni che gli erano state affidate non erano adeguate.

Accertò, come conseguenza, un «impoverimento della capacità professionale» dell'ingegnere e un danno alla sua immagine professionale. Accertò anche che si poteva parlare di mobbing soltanto a partire dal 2009 e che il collocamento in cassa integrazione era illegittimo. Anche la Corte d'appello aveva ritenuto che il datore di lavoro avesse esercitato in maniera non corretta lo ius variandi, assegnando il lavoratore a mansioni dequalificanti rispetto a quelle rivestite nel 2003/04 e a quelle riportate nella lettera di assunzione. Ad esempio gli era stata affidata la redazione della reportistica gestionale oppure di responsabile amministrativo, senza alcuna formazione. Per un periodo ha avuto anche l'incarico di responsabile finanziario, anche in questo caso in assenza di formazione. Secondo i giudici, nemmeno l'incarico affidatogli nel 2011 di responsabile dell'analisi dati e statistiche era corretto, in quanto non corrispondeva a una reale attività di analisi dei dati tecnici o economici. Secondo i giudici, nonostante i diversi incarichi assegnati, il curriculum dell'ingegnere dell'Abs non si sarebbe arricchito. «In sostanza la Corte di appello - dice la Cassazione nelle motivazione della sentenza - proprio tenendo conto della possibilità che il lavoratore si sia potuto giovare della pluralità di compiti assegnati, conseguendone un arricchimento della sua professionalità, ha invece accertato che alle continue modifiche era conseguita invece una dispersione della sua professionalità specifica, mai realmente messa a frutto». Un depauperamento delle sue competenze - dicono i giudici - espressione «del sostanziale demansionamento» ai danni del dipendente. Il ricorso delle Acciaierie Bertolil Safau Spa è stato pertanto rigettato.

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Il Gazzettino