Allarme subsidenza: il delta del Po sprofonda di 2 centimetri all'anno

Una devuta del delta dall'alto
PORTO TOLLE - Il Polesine sprofonda. Nel Delta ci sono aree che vanno giù al ritmo di 2 centimetri l'anno. Una velocità spaventosa, documentata...

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PORTO TOLLE - Il Polesine sprofonda. Nel Delta ci sono aree che vanno giù al ritmo di 2 centimetri l'anno. Una velocità spaventosa, documentata dall'Ismar, l'Istituto di scienze marine del Cnr, che ha presentato i risultati di uno studio sulle tecniche di monitoraggio della subsidenza. La ricerca è incentrata sulle tecniche usate per il controllo dei livelli altimetrici, basati sul cosiddetto approccio multi-banda integrato. Ovvero, processando le immagini acquisite dal satellite Cosmo-SkyMed (banda X) dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal satellite Alos-Palsar (banda L) dell'Agenzia spaziale giapponese Jaxa. È dal cielo, insomma, che si vede il Delta del Po scendere inesorabilmente.

Da oltre 40 anni l'Ismar e l'Università di Padova sono impegnati nello studio e nel monitoraggio della subsidenza, il nome tecnico del lento movimento geologico di abbassamento della crosta terrestre, e proprio a inizio giugno si è chiuso a Venezia il secondo convegno internazionale dedicato al fenomeno per quanto riguarda le aree costiere. Il Delta del Po è balzato prepotentemente all'attenzione dei partecipanti. «Venezia - si specifica nell'indagine del Cnr - è la città più nota nel mondo riguardo alla problematica della subsidenza relativa, cioè la perdita di altimetria del suolo rispetto al livello del mare dovuta alla combinazione di subsidenza (abbassamento del terreno) ed eustatismo (innalzamento del mare). Laguna e Delta del Po rappresentano quindi ecosistemi molto vulnerabili: la pianura costiera che li circonda è generalmente soggiacente il livello marino, anche di oltre 4 metri, e il rischio idrogeologico e ambientale associato è particolarmente elevato, con rischi di inondazione e desertificazione».
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Il Gazzettino