Delitto Noventa: la Corte europea respinge il ricorso di Freddy Sorgato

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PADOVA - Sperava in un regalo sotto l’albero, ma così non è stato: alcuni giorni prima di Natale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso presentato da Freddy Sorgato. L’autotrasportatore di Noventa Padovana, condannato in via definitiva a trent’anni di carcere, insieme alla sorella Debora, per avere ucciso la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016 la segretaria di Albignasego Isabella Noventa. 


Ma Freddy, ormai dietro alle sbarre di una cella del carcere Due Palazzi di Padova da sei anni (fu arrestato il 16 febbraio del 2016), non ha nessuna intenzione di arrendersi. Continua a professarsi innocente e attraverso il suo legale, l’avvocato Gian Luigi Pieraccini del foro di Ferrara, sta provando la strada della revisione del processo. Intanto sta proseguendo i suoi studi per conseguire la laurea in “Progettazione e gestione del turismo culturale”, ma soprattutto ha già ottenuto una riduzione della pena di alcuni giorni grazie al così detto “sovraffollamento delle carceri”.
 

IL RICORSO
Il 18 novembre del 2020 i giudici della Corte di Cassazione hanno ribadito, come già sentenziato in primo e secondo grado, la condanna per omicidio volontario premeditato e soppressione distruzione di cadavere a trent’anni per i due fratelli Sorgato, e a sedici anni e dieci mesi per la tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco. Ma la Suprema corte, nelle sue 37 pagine di motivazione della sentenza, ha rilevato come alcuni nuovi motivi sollevati per scagionare Freddy siano stati presentati nella sede sbagliata. Non solo, anche che la principale testimone del delitto, Manuela Cacco, abbia dichiarato agli inquirenti di avere visto solo Debora uccidere Isabella a martellate sulla testa mentre Freddy «...Stava immobile bianco in volto...». E così l’autotrasportatore, che non si è mai arreso gridando da una cella del carcere la sua innocenza, ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. 
L’avvocato Pieraccini, davanti ai giudici della Cassazione, aveva insistito sulla mancanza di premeditazione, e sull’assenza di prove a carico di Freddy per il concorso nel delitto. In altre parole l’ex fidanzato di Isabella, dopo aver abbandonato la tesi iniziale del gioco erotico finito male, non avrebbe comunque avuto alcuna ragione per uccidere la segretaria. 
 

LA PROSSIMA MOSSA
Ma Freddy non ha alcuna intenzione di gettare la spugna, e nei giorni scorsi ha spedito al suo avvocato un memoriale dove ricostruisce nei dettagli quella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016. C’è dunque per l’autotrasportare di Noventa Padovana un’ultima possibilità: la richiesta della revisione del processo. Per ottenerla è necessario acquisire nuove prove in merito al delitto. 


Ed è per questo che Freddy ha lanciato un appello per pregare a chiunque sapesse o avesse visto qualcosa di utile a scagionarlo, di contattare il suo legale. Intanto il prossimo 3 di febbraio a Padova è prevista la lettura della sentenza nel processo dove Sorgato è imputato per avere detenuto illegalmente un arsenale. Tra cui le due famose pistole riconducibili a lui e a sua sorella, con quest’ultima già uscita di scena con un patteggiamento a un anno. E proprio Debora, nell’udienza del 17 giugno dell’anno scorso, davanti al Tribunale collegiale, per difendere il fratello ha dichiarato che le pistole erano della tabaccaia veneziana.
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Il Gazzettino