Delitto di Conegliano: perizia psichiatrica sul figlio assassino

Delitto di Conegliano: perizia psichiatrica sul figlio assassino
MARENO DI PIAVE - Sembra un uomo freddo il 35enne Moreno Coletti, operaio in un’azienda di Mareno, ma in verità evidenzia dei comportamenti disturbati, probabilmente...

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MARENO DI PIAVE - Sembra un uomo freddo il 35enne Moreno Coletti, operaio in un’azienda di Mareno, ma in verità evidenzia dei comportamenti disturbati, probabilmente conseguenza di una fragilità emotiva conseguenza di evidenti problemi psicologici. Sarebbe questa la personalità, da quanto emerge dalle carte degli interrogatori durante i quali l’uomo avrebbe confessato prima al pm Giovanni Valmassoi e poi al giudice Angelo Mascolo d’aver ucciso la madre 65enne Paolina Saporosi, scaraventandola dal pianerottolo di casa che si trova all’ottavo piano di via Friuli a Conegliano.


Per questo sembra ineludibile la necessità si sottoporlo a perizia psichiatrica.

Ieri il pm Valmassoi ha affidato al medico legale Alberto Furlanetto il compito di effettuare l'autopsia sul corpo di Paolina Soporosi. Il consulente dovrà rispondere a una serie di quesiti della Procura per verificare se le lesioni presenti sul cadavere della 65enne sono compatibili con racconto del figlio, che si trova in carcere a Santa Bona chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela.

Coletti ha infatti affermato d’aver lasciato il posto di lavoro per raggiungere la casa della madre per bere un caffé. «Ero esasperato e assillato da mia madre - avrebbe aggiunto il 35enne - che mi aveva trasformato l’esistenza in un calvario. Volevo farla finita con quei tormenti e così l’ho uccisa». Giunto a casa della madre sarebbe uscito in terrazza per fumare una sigaretta.

Subito dopo lo raggiunse la madre e, senza alcun preavviso, Coletti l’avrebbe afferrata per le gambe e fatta volare dall’ottavo piano. Nessun diverbio quindi né tantomeno una zuffa tra madre e figlio. Una versione che però non convince visto che sul terrazzo i poliziotti della Mobile hanno trovato un bidone rovesciato e i vetri di una finestra infranta. Parapiglia che testimonierebbe una lotta tra vittima e carnefice, ma che quest’ultimo ha escluso.

Toccherà così al medico legale stabilire se quella lotta, come farebbero pensare alcune ecchimosi sulle gambe della 65enne, c’è stata o meno.

Ma la perizia medico legale, come la stessa Procura lascia intendere, non dovrebbe essere l’unica. Dalle carte dell’indagine emerge chiara la necessità di sottoporre Coletti a una perizia psichiatrica per stabilire se è in grado di partecipare a un eventuale processo, ma soprattutto la sua capacità di distinguere il bene dal male e di intendere e volere.


A disporre la perizia psichiatrica, valutati i fatti e le istanze di difesa e Procura, sarà il giudice delle indagini preliminare. Intanto l’unica cosa certa è che la Procura, sulla base delle indagini, non intende contestare a Coletti né l’aggravante della premeditazione né quella del movente futile e abietto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino