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AGORDO - Se l'allora sindaco Carlo Bortolini fu colui che formalmente decise di donare il terreno dove Leonardo Del Vecchio poté realizzare il primo laboratorio, a consegnarglielo simbolicamente, direttamente sul campo in località Valcozzena, fu il suo vice Adorino Curti. Correva l'anno 1961 e il giovane milanese diede così il via alla propria impresa. Ad assistere a quella sorta di passaggio di consegne c'era Franco Ganz che ieri, al PalaLuxottica, non ha voluto mancare. Timido e incerto, si muove tra la folla di dipendenti che sono in zona Tamonich dal primo mattino per salutare il cavaliere. «Quanti ricordi mi passano per la testa, che bei tempi», sussurra commosso.
IL PRECEDENTE
Franco Ganz, 81 anni, ne aveva 20 quando vide per la prima volta Del Vecchio che ne aveva 6 più di lui. Si incontrarono a Valcozzena, dove oggi sorge il colosso blu dell'occhiale, quasi per caso. «All'epoca - racconta - ero il ragazzo di bottega della ditta di famiglia, la Ganz Francesco & f.lli.
IL TRASFERIMENTO
«Accompagnai il vicesindaco - prosegue nei ricordi Ganz - in località Valcozzena dove aveva un appuntamento. Io ovviamente non sapevo nulla di più. Ma avevo il compito di aspettarlo che finisse per riportarlo in municipio. Pochi minuti dopo arrivò un giovanotto, un po' trafelato, a bordo di una Lambretta: era Del Vecchio». Seguì un dialogo fra i due incentrato sul terreno che il Comune di Agordo gli stava donando in cambio della nascita di un'impresa. Carlo Bortolini, per un decennio sindaco di Agordo, diede il via libera alla realizzazione del primo stabilimento dell'azienda, su un'ex area agricola divisa tra più proprietari, acquistata dal Comune per lo scopo e poi messo a disposizione, appunto, di chi volesse avviare un'attività che desse lavoro agli agordini che in quel periodo non avevano grandi opportunità professionali. La società Luxottica sas quindi, come si evince dall'atto del notaio Adolfo Soccal di Belluno, nasce il 16 maggio 1961 con un capitale sociale di 1.500.000 di Lire e viene costituita fino al 31 dicembre 2000. «Chi l'avrebbe mai detto - conclude Ganz - che da quell'episodio all'epoca per me assolutamente indifferente sarebbe nata invece la storia economica e occupazionale dell'Agordino». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino