Mestre. Degrado nel sottopasso ferroviario: rifiuti, siringhe e tracce di falò

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MESTRE - Ogni sera il sottopasso tra via Trento e via Giustizia diventa un ricovero per sbandati. Ormai sembra essere diventato un punto di ritrovo abituale e al mattino, i passanti, si ritrovano in mezzo a rifiuti, siringhe, bottiglie vuote e stagnole utilizzate dai consumatori di crack. Materassi e giacigli di fortuna sono all’ordine del giorno. Negli ultimi giorni anche i resti di alcuni falò: evidentemente, qualcuno ha deciso di accendere un fuoco per scaldarsi o per cucinare qualcosa. Solo che non si tratta di un’area camping, ma del sottopasso ferroviario che collega l’area di via Piave con via Miranese. E forse non è un caso che le varie attività di via Giustizia negli anni abbiano subito numerosi furti e atti vandalici. Un caso, quello del sottopasso, segnalato più volte dai residenti, dai pendolari e soprattutto dai commercianti. È l’altro lato della medaglia: se il sottopasso di via Dante, infatti, è quello frequentato soprattutto dagli spacciatori, quello di via Giustizia è quello prediletto dai clienti. E al mattino chi deve imboccarlo per andare al lavoro deve stare attento a non travolgere chi sta dormendo accampato. «Per non parlare degli odori - racconta un residente della zona - il più delle volte questa sembra una latrina a cielo aperto». In via Giustizia la Carrozzeria Moderna negli anni ha ingaggiato un lungo braccio di ferro contro gli sbandati: oltre venti furti in sette anni, auto in sosta dei clienti danneggiate più volte. Per far fronte al problema, il titolare ha circondato l’area di telecamere e, ultimamente, ha transennato il marciapiede che costeggia la strada. Tutto inutile, perché senza troppi problemi chi frequenta l’area sposta le transenne e piazza i propri materassi esattamente dove li metteva prima. 

GLI ARRESTI


Sempre in area stazione, intanto, la polizia ferroviaria ieri ha diffuso il bilancio delle attività dell’ultimo periodo. Gli arrestati sono tre, nove le persone indagate di cui quattro per furto in concorso e 2.018 controlli tra il 23 dicembre e il 4 gennaio. A Venezia Santa Lucia, dopo un controllo, è stato arrestato un uomo che aveva pendente sulla testa una nota di rintraccio per l’esecuzione della misura restrittiva degli arresti domiciliari per divieto di avvicinamento alla famiglia. L’uomo, infatti, era ricercato per i reati di maltrattamento e stalking nei confronti dei famigliari. Situazione analoga quella riscontrata in stazione a Mestre dove gli agenti hanno arrestato un 38enne straniero: anche per lui l’accusa era quella di stalking e lesioni personali. Su di lui, quindi, pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dopo le formalità di rito, durante le quali il soggetto avrebbe sempre tenuto un atteggiamento minaccioso ed aggressivo, è stato portato in carcere a Venezia.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino