San Liberale nel degrado, la denuncia della dottoressa: «Ho paura a uscire da sola»

L'ambulatorio di via Piemonte a San Liberale dove lavora la dottoressa Veronica Storer
TREVISO - «Abbiamo paura. Alla sera cerco di non uscire più dall’ambulatorio da sola. La macchina è a pochi metri. Ma ho il timore di trovare qualcuno....

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TREVISO - «Abbiamo paura. Alla sera cerco di non uscire più dall’ambulatorio da sola. La macchina è a pochi metri. Ma ho il timore di trovare qualcuno. La situazione è davvero difficile». Veronica Storer, 40 anni, medico di famiglia a San Liberale, parla in modo diretto. Nelle ultime settimane la situazione attorno all’ambulatorio di via Piemonte è diventata insostenibile. Gli atti vandalici non si contano più: dai ragazzini che di pomeriggio sono arrivati a spaccare i muri e le scale a colpi di spranga fino ai giovani che si ritrovano di notte, lasciando in giro bottiglie rotte, pezzi di vestiti, sporcizia in ogni genere e anche delle siringhe. Per non parlare delle risse. La dottoressa Storer e il dottor Alberto Malatesta, 36 anni, l’altro medico di famiglia, hanno cercato di superare le difficoltà. Lui in alcune occasioni è uscito per chiedere ai ragazzi di smetterla. «A volte non si riesce nemmeno a lavorare – dice – ma per le baby-gang non cambia niente. Anzi, reagiscono invitandoti a muso duro a farti gli affari tuoi». 


I PAZIENTI NEL MIRINO

Anche i pazienti hanno paura. Pochi giorni fa un uomo ha provato a scippare la borsa a una giovane donna con problemi oncologici che stava attendendo all’esterno dell’ambulatorio. Prima ancora un tossicodipendente era entrato di soppiatto nel bagno degli studi medici, che poi è stato chiuso. La segreteria che a volte si ferma per fare in modo che la dottoressa non esca da sola si è ritrovata lo specchietto della macchina spaccato. E così via. «È difficile pensare di aver studiato una vita per poi restare chiusa in un ambulatorio con la paura – sottolinea Storer – siamo affezionati ai nostri pazienti. Se le cose non cambieranno, però, saremo costretti ad andare a lavorare da altre parti». Negli ultimi tempi i medici hanno dovuto chiamare più volte le forze dell’ordine. Carabinieri, polizia e polizia locale sono arrivati in modo puntuale. E Contarina ha sempre ripulito la zona. Dopo gli interventi, però, si torna punto e a capo sul fronte del degrado. Con il risultato che si temono pure ritorsioni. «Sappiamo che può anche essere pericoloso andare a disturbare lo spaccio – confida Malatesta – ma non ci sono proprio altre soluzioni. Quando usciamo di sera, magari alle 21, in giro è tutto chiuso. Ed è impossibile non avere paura. In passato in alcune occasioni sono corso ai ripari modificando l’orario di apertura dell’ambulatorio. Ma il servizio va garantito nei diversi orari». C’era stato anche un incontro con il Comune di Treviso per condividere il progetto di sistemazione e ampliamento degli studi medici. Ad oggi, però, non ci sono finanziamenti disponibili. E un giovane medico che avrebbe potuto iniziare a lavorare a San Liberale da gennaio ora sta valutando attentamente la cosa. Il rischio, al contrario, è che il quartiere si ritrovi completamente senza dottori. Storer e Malatesta sono arrivati nel 2020. Il vincolo triennale ora è scaduto. Dal canto proprio, il municipio e la polizia locale stanno facendo sentire la loro vicinanza. Anche dalla farmacia hanno espresso solidarietà ai medici. 


IL DIBATTITO

«Apriremo una discussione con il Comune per capire come risolvere il problema – dice Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – eventualmente valutando anche la possibilità di usare altre strutture». L’argomento a breve arriverà in consiglio comunale. Il Pd ha già annunciato un’interrogazione ad hoc. «Molti cittadini di San Liberale stanno segnalando situazioni preoccupanti, soprattutto all’imbrunire. Segnalazioni di vandalismo spaventano anziani e commercianti che hanno le loro attività vicino alla chiesa – specifica il capogruppo Stefano Pelloni – sarebbe importante studiare una presenza più significativa della polizia locale, soprattutto dalle 17 alle 20. La situazione è gravissima. Il Comune deve tutelare le attività commerciali nei quartieri. Spesso sono servizi fondamentali per i residenti, come la farmacia o gli studi medici. Dobbiamo scongiurare la perdita dell’ambulatorio. Tutti devono poter lavorare in sicurezza». 

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Il Gazzettino