Deglobalizzazione e filiera corta nell'alimentazione: il punto di Fida-Confcommercio

Fida Confcommercio deglobalizzazione e filiera corta nel mondo dell'alimentazione
TREVISO - Deglobalizzazione nella filiera corta...

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TREVISO - Deglobalizzazione nella filiera corta dell'alimentazione. Questo il tema emerso ieri, 16 giugno, nella visita-lezione organizzata dal Gruppo provinciale Fida-Confcommercio della provincia di Treviso, nell’ambito del progetto formativo Food Academy, nel corso della quale i dettaglianti dell’alimentare, i nostri “casolini,  hanno avuto una full immersion sulla storia del cibo grazie alla visita alla Mostra, organizzata in esclusiva per Fida dal Museo M9, sul tema delle tradizioni degli italiani a tavola. «Alcune materie prime - ha dichiarato il presidente di Fida-Confcommercio Riccardo Zanchetta - stanno già mancando. Nel settore caseario, per esempio, sta iniziando a mancare il latte ed alcune grandi catene di gelaterie o caseifici anche rinomati quest’estate faranno fatica a garantire gli approvvigionamenti. Lo stesso vale per altri prodotti come grano e alcune pezzature di carne. Del resto, dopo anni di corsa all’importazione ora scontiamo tutti il prezzo di scelte azzardate, noi in primis e poi i nostri consumatori. Le politiche comunitarie devono essere riviste in favore delle piccole produzioni locali. Per nostra fortuna noi, rappresentanti del piccolo commercio di vicinato, già in tempi non sospetti abbiamo lavorato sulla cultura della filiera corta e del km zero. Stalle locali, contatti diretti con agricoltori, mulini locali, rapporti solidi coi fornitori così da ridurre i rischi, garantire la qualità e assicurare la tenuta dei prodotti nei nostri negozi. Che siano piccoli o medi, sono l’ossatura dei nostri paesi, città e quartieri e ora sono i consumatori stessi a rendersene conto e la spesa sotto casa è un’abitudine della pandemia che ora resta. E’ in atto un ricorso storico che abbiamo racchiuso nel concetto di deglobalizzazione. Pur nella fusione delle tendenze, nelle evoluzioni del gusto che contraddistinguono soprattutto i giovani e che mescolano le generazioni, il cibo tradizionale italiano, rafforzato dalle tradizioni regionali, resiste anche per il valore emotivo che ha. La tavola unisce sempre. Ciò non toglie che nei prossimi anni l’alimentare concederà sempre più deroghe alle innovazioni: penso ai nuovi tipi di pasta, alle verdure derivanti da coltivazioni idroponiche, alla sostenibilità come elemento fondante di ogni spesa e ogni ricetta».

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Il Gazzettino