Lo strano defibrillatore nel parco: chiuso nella casetta, può essere usato solo d'estate

Un defibrillatore pronto per l'uso
SEDICO - Cosa ci fa, al parco di Bribano di Sedico, un defibrillatore dentro la casetta chiusa a chiave? Se lo sono chiesto in molti, anche sui social. “Mi chiedevo...

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SEDICO - Cosa ci fa, al parco di Bribano di Sedico, un defibrillatore dentro la casetta chiusa a chiave? Se lo sono chiesto in molti, anche sui social. “Mi chiedevo – scrive chi ha sollevato per primo il problema - se c’ è qualche ragione particolare per posizionarlo in quella maniera. Perché, in caso contrario, è davvero un peccato avere un’apparecchiatura salvavita e in caso di emergenza saperla chiusa nella casetta. Una casetta che non si può aprire per poter utilizzare il defibrillatore”. 

IL MOTIVO
Una spiegazione l’ha fornita Samuele Capraro, che è a capo del comitato festeggiamenti Bribano: «Il defibrillatore è stato donato dall’associazione Festeggiamenti per essere collocato al parco di Bribano. Il Comune ha deciso di installarlo all’interno della casetta per prevenire gli atti vandalici ormai all’ordine del giorno anche a Bribano. Non condanno la scelta, anche perché d’estate, nelle ore di maggior frequentazione del parco, la casetta viene aperta. Concordo sul fatto che sarebbe più utile averlo sempre a disposizione, ma o si mettono telecamere di sorveglianza o anche il defibrillatore durerebbe ben poco, temo». 

NEL MIRINO


In effetti, il parco di Bribano con la sua bella casetta in legno proprio nel centro è stato preso di mira più volte dai vandali che hanno distrutto giochi, installazioni, anche in cemento armato e rovinando la stessa struttura che funge da punto di riferimento per molte occasioni di divertimento. Tuttavia un’interessante proposta è stata avanzata da un addetto ai lavori, Luca Facciotto, infermiere. «Il defibrillatore – spiega - deve essere a disposizione sempre. E poi chi controlla l’efficienza della batteria, la scadenza della batteria e soprattutto delle placche? Forse sarebbe più utile spostare questo defibrillatore vicino a una banca che si trova nei pressi e che è dotata di telecamere». Martina Dal Col, che aveva proposto il tema, ha risposto a Capraro sostenendo che a suo modo di vedere “è da correre il rischio altrimenti sono soldi buttati. E poi un’emergenza può succedere anche fuori degli orari di maggior affluenza. Anche a Belluno c’è una colonnina esterna davanti all’entrata delle scale mobili in piazza Duomo. Al bar Bianco di Busche, invece, è appeso al muro esterno, vicno all’entrata. Ogni posto come si vede è sotto il tiro dei vandali”. Ma la vita vale più del rischio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino