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VENEZIA - Roma si pappa tutto, agli altri enti non restano neanche le briciole. La denuncia arriva dall'Upi del Veneto, l'Unione delle Province, e riguarda il Decreto Aiuti attualmente all'esame delle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei deputati. «Con rammarico - dice il direttore di Upi Veneto, Carlo Rapicavoli - bisogna evidenziare che, secondo la stesura dell'articolo 41 il fondo è accessibile a soli cinque enti, di cui il 75% del totale alla sola Città metropolitana di Roma, che riceverebbe 60 milioni di euro annui su 80 disponibili». E le sei Province del Veneto? E la Città metropolitana di Venezia? Niente. Manco un centesimo. Di qui l'appello ai parlamentari veneti, di tutte le forze politiche: il Decreto Aiuti va modificato, è impensabile che gli aiuti di Stato riguardino di fatto la sola città di Roma.
I DATI
Perché il Governo dovrebbe aiutare le Province e le Città metropolitane? Perché - dice Rapicavoli - anche le Province e le Città metropolitane hanno risentito della crisi economica.
LE MODIFICHE
Di qui la richiesta dell'Upi del Veneto: «È necessario intervenire con urgenza durante l'iter di conversione del decreto legge, eliminando le soglie di accesso per rendere disponibili queste risorse a tutti gli enti che stanno registrando una riduzione di entrata, senza percentuali di soglia di esclusione. Va eliminato anche il riferimento al criterio di riparto basato sulla popolazione, poiché questo è totalmente distorsivo, determinando altresì una forte sperequazione tra gli enti, allontanando dal più oggettivo ed equo riparto su base proporzionale rispetto all'effettivo calo di gettito accertato. È necessario, poi, che lo stanziamento per il triennio sia effettivamente attribuibile alla pluralità degli enti in proporzione alle loro minori entrate». La parola ora passa ai parlamentari.
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Il Gazzettino