Mestre. Panfido acquista i 6 ettari del Vega: oltre alla sede dell'azienda qui nascerà un quartiere

Il parco scientifico ora deve ancora trovare compratori per gli edifici Pegaso, Auriga, e per la testa del Lybra e la Porta dell'Innovazione

Mestre. Panfido acquista i 6 ettari del Vega
MESTRE - L'imprenditore Davide Calderan ha acquistato, dalla liquidazione del Vega parco scientifico, i 6 ettari di area verde tra il Palaexpo, via della Libertà e il...

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MESTRE - L'imprenditore Davide Calderan ha acquistato, dalla liquidazione del Vega parco scientifico, i 6 ettari di area verde tra il Palaexpo, via della Libertà e il canale Brentella. L'operazione è stata portata a compimento tramite la società Emilia 104 Srl che fa parte del gruppo Rimorchiatori Riuniti Panfido, e il terreno, per una piccola parte, ospiterà proprio la nuova sede dell'azienda che assicura i servizi di rimorchio al porto di Venezia oltre ad occuparsi della logistica per il rigassificatore al largo di Porto Tolle. Per il resto il grande spazio abbandonato da decenni sarà utilizzato per realizzare altre attività produttive, anche in connessione con l'Autorità portuale, e realtà urbane al servizio della città.


AREA STRATEGICA
«Siamo contenti di avere assistito Calderan in questa operazione, un imprenditore con consolidate radici a Venezia che vuol restituire alla città parte di quel che ha guadagnato. - ha commentato, non a caso, l'avvocato Alessio Vianello dello studio Mda che assiste da anni l'azienda Panfido - È un'area strategica del waterfront che può dare il via alla riconversione di tutta quella che era stata la prima zona industriale di Porto Marghera». Davide Calderan, con il suo staff, già da lunedì si metterà al lavoro per la progettazione della nuova sede di Panfido (che sostituirà quella galleggiante sul canale Brentella in mezzo alla flotta di rimorchiatori) e per le altre destinazioni. «Ci confronteremo con il Comune e con le altre autorità locali, compresa quella portuale, per arrivare ad un progetto complessivo condiviso e utile. - spiega Calderan - In mente ancora non abbiamo un'idea definitiva di cosa metterci ma dovrà essere un'attività compatibile con il territorio, anche commercialmente. Quanto alla sede della nostra Azienda potremmo restare nella galleggiante, tutti i problemi di autorizzazioni sono stati risolti, ma abbiamo deciso di costruirla nuova perché vogliamo investire sull'area e svilupparla pensando a una prospettiva dei prossimi 20 anni».


Con la cessione dei 6 ettari liberi da costruzioni sui quali la base d'asta era di 2,5 milioni di euro (e la recente vendita della ristorazione, per 500 mila euro, a Donazzon che già gestiva ristoranti e mense), il Vega parco scientifico ora deve ancora trovare compratori per gli edifici Pegaso, Auriga, e per la testa del Lybra e la Porta dell'Innovazione.


LA STORIA


Vega Scarl è in liquidazione dopo che le precedenti gestioni avevano accumulato 15 milioni di euro di debiti. La conduzione, invece, è in attivo e l'amministratore unico Roberto Ferrara, che aveva iniziato il suo mandato con un 80% di occupazione degli spazi, l'ha portata quasi al 100%: circa 100 imprese insediate negli edifici del Vega e altre 100 nel "super condominio" di proprietà privata (Nova Marghera del gruppo Guaraldo) dove hanno sede anche Confindustria e vari professionisti. «La testa del Lybra è il pezzo migliore da vendere, vale 3 milioni e ha un reddito già assicurato del 10% annuo dato che è tutto affittato a professionisti e imprese come, ad esempio, le Ferrovie austriache e Veritas Engineering. Attualmente non ci sono investimenti in grado di garantire rendite del genere. - afferma Ferrara - Ora il liquidatore procederà con un altro bando e mi auguro che i possibili acquirenti comprendano che è un affare, soprattutto da quando è stata inaugurata la nuova viabilità che collega il Vega direttamente con via Torino, Venezia e le autostrade». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino