Dati dell'Osmer: in Friuli Venezia Giulia, gli strati di neve sono i più bassi degli ultimi 50 anni

Dati dell'Osmer: in Friuli Venezia Giulia, gli strati di neve sono i più bassi degli ultimi 50 anni
UDINE - A dicembre 2022 strati di neve in regione «decisamente più bassi rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni»; a gennaio 2023 a inizio mese...

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UDINE - A dicembre 2022 strati di neve in regione «decisamente più bassi rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni»; a gennaio 2023 a inizio mese l'altezza dello strato nevoso è risultata «più bassa rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni» con un recupero, però, a fine mese. A febbraio non c'è verso di mantenere la tradizione cinquantennale e l'altezza della neve caduta è «più bassa» di quanto riportano i dati dell'ultimo mezzo secolo. A marzo, poi, alle quote più basse lo strato di neve era «pressoché nullo». A fine mese hanno fatto eccezione le Alpi Giulie e il Canin, dove i fiocchi sono stati in linea con il periodo di confronto. Ad aprile, poi, la sorpresa: il rifugio Gilberti e il Canin hanno dovuto aspettare il 13 e 14 del mese per vedere le precipitazioni «più consistenti di tutta la stagione». Nei giorni agostani in cui si analizza la qualità delle acque marine del Friuli Venezia Giulia, il pensiero corre veloce agli antipodi, cioè alle vette che incorniciano la regione, per verificare qual è lo stato di salute di una delle loro naturali peculiarità, lo strato nevoso che le ha coperte durante lo scorso inverno.


A scorrere i report mensili dell'Osmer Arpa Fvg, sembra quasi di aver sbagliato mese indugiando sulle mappe che mostrano l'andamento delle precipitazioni nevose. La sintesi degli esperti, però, conferma che si è nelle pagine corrette e le informazioni sono quasi impietose: sui quattro-cinque mesi tradizionalmente più freddi ce n'è tre che hanno consegnato alla storia precipitazioni assolutamente più basse di quanto registrato dalla climatologia negli ultimi cinquant'anni negli stessi mesi. A dare qualche soddisfazione sono rimaste soprattutto le Alpi Giulie, ma con precipitazioni quasi saltuarie e addirittura abbondanti quando ormai si pensa già alla stagione estiva. A dicembre, dice il report Osmer Fvg, le precipitazioni «si sono concentrate prevalentemente i primi giorni e attorno a metà mese. Le precipitazioni a bassa quota non hanno superato i 10 cm, mentre a quote superiori sono state inferiori ai 50 cm.


Per le stazioni considerate cioè Forni di Sopra, Piancavallo, Passo Pramollo, Monte Zoncolan e Rifugio Gilberti -, l'altezza dello strato nevoso «risulta decisamente più basso rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni». A gennaio le precipitazioni nevose si sono concentrate prevalentemente tra il 9 e il 10 e nella seconda parte del mese. Non hanno raggiunto i 20 cm, se non al rifugio Gilberti, in cui sono caduti quasi 50 cm. A inizio mese, la neve l'altezza dello strato nevoso, in quelle stazioni, è risultata più bassa rispetto ai 50 anni scorsi. A fine mese, però, «ha colmato il deficit».


A febbraio è nevicato solo il 26, con circa 5-15 cm. Lo strato nevoso ancora a Forni di Sopra, Piancavallo, Passo Pramollo, Monte Zoncolan e Rifugio Gilberti - «risulta più basso rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni». A marzo è nevicato il 26 e 27, solo alle quote più alte e con «quantitativi piuttosto contenuti». Lo strato nevoso a fine mese «è risultato in linea» sulle Alpi Giulie e sul monte Canin, mentre sulle zone occidentali «era significativamente più basso» rispetto ai dati medi climatici. Ad aprile, il 14, sul Canin si è verificata la nevicata della stagione: è caduto quasi un metro di neve fresca e al suolo lo strato di neve ha sfiorato i 280 centimetri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino