Daniele, studente-commesso alla Pam: «Lavoro di giorno e studio di sera»

Cristina Fregonese, Paolo Venturi e Daniele Zabeo al Panorama
VENEZIA - Altro che domenica al cinema o con gli amici. Cristina e Daniele, assieme ad altri 398 coetanei hanno deciso di trascorrere la domenica dietro ad un registratore di...

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VENEZIA - Altro che domenica al cinema o con gli amici. Cristina e Daniele, assieme ad altri 398 coetanei hanno deciso di trascorrere la domenica dietro ad un registratore di cassa: obiettivo portarsi a casa un piccolo stipendio lavorando solo la domenica.




E in tempo di crisi per chi è poco più che maggiorenne è un risultato di tutto rispetto.

Ieri i supermercati Pam hanno tenuto aperto grazie a studenti maggiorenni in possesso di regolare certificato di iscrizione alle scuole superiori o all'Università per l'anno 2011-2012. È l'unico «vincolo» del curriculum richiesto dal gruppo veneziano per aspirare a diventare lavoratore domenicale - grazie alle liberalizzazioni - nei supermercati Pam e quelli della stessa società a marchio Panorama. E i clienti, complice la giornata di pioggia, hanno dimostrato di gradire l’iniziativa.



A venerdì, da tutta Italia, nella sede di Spinea del gruppo erano arrivate 9.100 candidature, tra i 20 e i 25 anni, per lo più da regioni ad alta vocazione universitaria con su tutte quelle del Nordest. La selezione - il "setaccio" per vagliare le candidature dei 300-400 addetti a tempo determinato che serviranno a regime in estate - viene fatta direttamente dai direttore dei supermercati per fidelizzare il rapporto tra studente-lavoratore e responsabile della sede.



Esclusa l'esperienza, che viene ritenuta impossibile, le doti richieste sono capacità ad interagire con le persone (i clienti e i colleghi), maturità, pacatezza ed entusiasmo. «Sì - conferma il direttore marketing del Gruppo Pam, Paolo Venturi - ci vuole l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco. Il resto, le conoscenze e l'opportunità di crescere, ce lo mettiamo noi».



Cristina Fregonese e Daniele Zabeo, entrambi del Veneziano, sono stati tra i primi a candidarsi. Cristina studia legge a Ferrara e sogna di diventare magistrato, in passato ha fatto qualche lavoretto. «Ho presentato domanda - racconta - ho fatto il colloquio ed eccomi qui da qualche domenica, prima tra gli scaffali poi alla cassa». «Durante la settimana faccio la pendolare - aggiunge Cristina - non ho tempo per nulla se non per studiare, quindi il sabato sto con gli amici la sera, unico tempo da dedicare allo svago, ma senza fare tardi perché la domenica c'è il lavoro». Daniele è alto, sorridente, fisico massiccio (ex pugile) racconta che fa le serali perché prima di tutto viene il lavoro e così di giorno si divide tra il lavoro di informatico e la falegnameria in una ditta di serramenti. La sera va a scuola in un istituto tecnico per conseguire il diploma e «quando ho visto che potevo lavorare anche la domenica - racconta - mi ci sono buttato subito. Da che è scoppiata la crisi - dice Daniele - ho messo da parte tutto e ho pensato solo al lavoro, poi ho proseguito gli studi e pazienza per tutto il resto».



Ma sull’opportunità di non lavorare la domenica è ritornata la Chiesa. Dal convegno Aquileia 2 il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei ha sottolineato che «la domenica è il giorno del Signore per i cristiani ma anche il giorno di riposo che spezza quel ritmo intenso del lavoro che deve essere spezzato». Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, sempre da Aquileia 2, parlando di aperture domenicali ha sottolineato che «possono portare ad un eccesso di individualismo che non giova nemmeno alla comunità laica. Per il cristiano la domenica è il giorno del Signore ed entra in una dinamica di fede e antropologica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino