Sorpresa dell'olimpionico Molmenti all'Avis: dona il sangue la notte di Natale

Il campione olimpico del 2012, Daniele Molmenti, dopo la donazione all'Avis
PORDENONE - La notte di Natale uno sportivo da record ha fatto un dono speciale all’Avis. Al titolo olimpionico, due mondiali, una coppa del mondo, cinque europei e 24...

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PORDENONE - La notte di Natale uno sportivo da record ha fatto un dono speciale all’Avis. Al titolo olimpionico, due mondiali, una coppa del mondo, cinque europei e 24 tricolori, Daniele Molmenti ha aggiunto una “medaglia di bontà”: la sua prima donazione di sangue. «Molti sono stati i contatti con Daniele dal 2005 ad oggi – ha raccontato Lino Lorenzini, presidente della sezione Torre – e già allora si era proposto per fare la donazione, ma la sua attività di atleta nella specialità canoa/kayak, K1 slalom, non glielo permetteva. Al termine dell’attività agonistica è tornato alla carica, ma era sempre in giro per il mondo, anche in luoghi dove ci sono pandemie varie, e questo non gli consentiva di donare. La tenacia con cui ha rincorso questo momento fanno di lui una persona che, pur con mille impegni (adesso è direttore tecnico della nazionale di canoa, ndr), pensa ai malati».


IL DONO


Il matrimonio e i tre figlioletti non gli hanno impedito di guardare ai meno fortunati e proprio alla vigilia di Natale è riuscito a raggiungere l’obiettivo. «Ora è un iscritto all’Avis della sua Torre, perché lui non è di Pordenone, ma di Torre», dice con fierezza Lino Lorenzini. «Erano anni che speravo di poter iniziare questo percorso e così per Natale mi son fatto il regalo – ha rivelato a Lorenzini il campione in un messaggio inviato dopo aver donato – È incredibile lo spirito solidale che si prova in un gesto che, seppur semplice grazie alla medicina, raccoglie l’essenza delle migliori virtù umane. In qualche modo oggi mi sono sentito meno in colpa d’esistere e sicuramente un uomo migliore».


IL MESSAGGIO


Il gesto dell’atleta aiuterà altri sportivi e i ragazzi maggiorenni ad avvicinarsi all’Avis, poiché chiunque può in qualsiasi momento avere bisogno di sangue e non ce n’è mai abbastanza. Da qui l’impegno di persone straordinarie, come il presidente Lorenzini, a cercare proprio nelle scuole chi può sentirsi orgoglioso di un gesto che può salvare vite umane. 

 

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Il Gazzettino