Ruffini, la grande esclusa: «Farò politica da fuori»

Daniela Ruffini
PADOVA «Sono esclusa dal Consiglio comunale, ma non è un problema e non sono affatto demoralizzata. Si può fare politica attiva in tanti modi, anche fuori dal...

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PADOVA «Sono esclusa dal Consiglio comunale, ma non è un problema e non sono affatto demoralizzata. Si può fare politica attiva in tanti modi, anche fuori dal municipio». Daniela Ruffini, colonna padovana di Rifondazione e già assessora molto in vista ai tempi della giunta Zanonato, non ci sarà. Dopo cinque anni da consigliera comunale con Coalizione Civica ha strappato con la maggioranza per appoggiare la candidatura alternativa di Luca Lendaro e ha dimezzato le proprie preferenze passando da 519 a 223. 


È delusa?
«Non è la prima volta che rimango fuori dal Consiglio, era già successo ai tempi dell’amministrazione Bitonci e la vivo con estrema tranquillità». 


Continua a fare politica?
«Certo, con movimenti e associazioni per stimolare l’amministrazione su temi a me cari come casa, lavoro e ambiente. E anche in questo preciso momento sto facendo politica».


Come?
«Sono allo sportello sociale di via Bajardi dove da molti anni lavoro come volontaria. Questo significa impegnarsi per la propria città».


Cosa ne pensa dell’esito elettorale?
«Io passerò di sicuro una bella estate visto che ho vinto cene e pranzi pagati per delle scommesse. Ho detto a tutti che il sindaco avrebbe vinto al primo turno».


Perché era così convinta? 
«Perché appena è uscito il nome del candidato del centrodestra ho percepito subito la freddezza dei partiti e di molti cittadini a sostenerlo».


Lei però in quella maggioranza vittoriosa non ha voluto starci. 
«Sì e non mi sono mai pentita della mia scelta. Ma rispetto le posizioni di tutti e quando sono uscita da Coalizione Civica ho ricevuto anche tanti messaggi di stima e di affetto». 


Perché non ha voluto più stare dentro quell’alleanza?
«Io penso che si siano appiattiti sul centro e sul Pd, abbandonando totalmente il programma partecipativo e innovativo alla base di Coalizione Civica. Hanno deciso di schierarsi con il centro città e la sinistra non è più stata rappresentata».


Un’amministrazione di centrosinistra senza la sinistra?
«Io credo che manchino le idee di sinistra. Magari i partiti di sinistra ci sono anche, ma le idee no. Però non voglio fare polemica con qualcuno, rispetto tutti e non mescolo mai il politico con il personale». 
Cosa ne pensa del risultato di Coalizione Civica, con i voti dimezzati rispetto a cinque anni fa?
«Me lo aspettavo. Ero sconvolta quando nei mesi scorsi parlavo con alcuni esponenti che credevano fosse facile confermare il risultato del 2017». 


Per Giordani non sembra così facile comporre la nuova giunta. Lei da fuori come la vede?
«Fare la giunta invece secondo me sarà molto facile. Sarà una delle giunte più facili che può fare un sindaco perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E poi lui non si farà mai tirare per la giacchetta da nessuno. Le difficoltà, casomai, potrà averle dopo».


In che senso?
«Ha vinto con il 58% ma considerata l’affluenza rappresenta solo un quarto dei cittadini padovani. Dovrà essere bravo a dialogare comunque con tutti». 


Al prossimo Consiglio comunale lei non ci sarà. Lo considera un arrivederci?


«Ora le uniche cose che voglio vedere sono il mare e la mia famiglia. Poi, in ogni caso, a me interessa un progetto ampio di sinistra. E lo ripeto: la politica si può fare anche fuori». 
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Il Gazzettino