Dalla Spagnola al Coronavirus: nonna Ida vaccinata a 111 anni

Dalla Spagnola al Coronavirus: nonna Ida vaccinata a 111 anni
PADOVA - Domenica, ore 12.30. È questo il momento in cui nonna Ida Zoccarato, una roccia di 111 anni che ha già sconfitto il Coronavirus, scrive un'altra pagina...

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PADOVA - Domenica, ore 12.30. È questo il momento in cui nonna Ida Zoccarato, una roccia di 111 anni che ha già sconfitto il Coronavirus, scrive un'altra pagina di una storia meravigliosa. Poi, senza rendersi conto fino in fondo della portata storica del momento, si siede a tavola. La aspettano fettuccine, pollo e verdura. Ad emozionarsi allora è il figlio Pietro, 77 anni: «La mia mamma continua a sorprenderci». Già perché questa straordinaria signora di Padova ora è tra le più anziane vaccinate d'Italia. Dopo aver vissuto tutto quello che solitamente gli alunni delle scuole superiori studiano in quinta (dalla pandemia della Spagnola alle due Guerre Mondiali) Ida diventa anche protagonista della campagna vaccinale più importante e imponente della storia.


L'APPUNTAMENTO
Il giovane medico inviato dall'Ulss 6 Euganea si è presentato ieri nella sua casa in località Ponte di Brenta con una dose di vaccino Pfizer. «Le ho detto - racconta il figlio - che il medico le avrebbe fatto una puntura simile al vaccino anti-influenzale. Temevo che potesse farle male il braccio, invece è stata bravissima e non ha sentito niente. Questa sera le preparo la verdura cotta. Ci tiene tanto a mangiare bene e credo sia uno dei suoi segreti».


UN SECOLO FA
Quando nasceva nonna Ida, in Italia governava Giovanni Giolitti mentre in un cantiere di Belfast iniziava la costruzione del Titanic. Era il 1909, il 24 maggio. Anche la data va segnata in rosso nelle pagine dei libri di storia: nel giorno del suo sesto compleanno l'Italia entra in guerra e quando ha spento nove candeline «il Piave mormorava». Poi ecco la pandemia della Spagnola, il secondo conflitto bellico, la caduta del Fascismo, gli anni della ricostruzione, il boom economico, il terrorismo. Nonna Ida fa in tempo anche a vedere l'avvento dei telefoni cellulari (con uno di questi ieri il figlio provava quasi commosso a fotografarla), l'esplosione di internet e un'altra nuova e drammatica pandemia. Se all'epoca della Spagnola nonna Ida era davvero giovane, ora è troppo anziana per comprendere la situazione. Eppure è ancora qui, a farsi rimboccare la manica della tuta viola per avere la prima dose.
Ida da giovane ha vissuto a Perarolo di Vigonza coltivando otto campi, nel 1964 si è trasferita a Ponte di Brenta dove abita sempre nella stessa casa. Il giorno delle 106 candeline i familiari andarono addirittura a prenderla con una limousine per farle una grande festa e portarla a Vicenza a mangiare il suo adorato baccalà. Fino a pochi anni fa si faceva da mangiare da sola e usciva per andare dalla parrucchiera a farsi la messa in piega. Ora non riesce più a muoversi, ma continua a regalare emozione a chi ha il privilegio di poterla osservare (e fotografare).
Ida aveva visto i dottori pochissime volte, ma nel giro di un anno e mezzo ha accusato un doppio problema di salute. Prima l'infarto, il ricovero lungo una settimana all'ospedale di Padova e le dimissioni che sembravano già un miracolo. Poi lo scorso autunno il contagio e un'altra malattia superata: il Covid.


«Siamo certamente favorevoli al vaccino - racconta il figlio Pietro - La mamma è sempre stata abituata a farsi quello contro l'influenza. Io il siero contro il Covid me lo sono fatto poche settimane fa e ora sono sicuramente più tranquillo». Pietro saluta e torna ai fornelli. Ci sono le fettuccine calde per la signora Ida da mettere in tavola.
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Il Gazzettino