Da morta incastra il suo stalker: aveva raccolto le prove del suo incubo

Da morta incastra il suo stalker: aveva raccolto le prove del suo incubo
BELLUNO - Da mesi Maicol avrebbe vissuto un incubo, quello di una giovane perseguitata da un anonimo, che solo molto tempo dopo la denuncia, grazie alle indagini dei carabinieri...

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BELLUNO - Da mesi Maicol avrebbe vissuto un incubo, quello di una giovane perseguitata da un anonimo, che solo molto tempo dopo la denuncia, grazie alle indagini dei carabinieri di Feltre, avrebbe scoperto essere il suo datore di lavoro.

Una verità sconcertante che esce solo oggi a distanza di oltre un anno dalla sua morte causata da una patologia cardiaca. E non si esclude che lo stress subito in questa oscura storia abbia aggravato la sua fragilità congenita, accelerando la sua fine.
Maicol Zanella, 22 anni appena, originaria di Quero Vas, ma all'epoca residente a Lentiai, sarebbe stata la vittima di Renato Carpene, 51 anni, di Sedico, titolare di uno studio odontotecnico a Trichiana, dove aveva trovato lavoro.
Attorno a lui il cerchio si sarebbe stretto anche grazie a degli indizi e a delle prove che la ragazza aveva raccolto e custodito nel suo computer e nel telefonino.
«Ora deve essere fatta giustizia - affermano i genitori, Tiziana Coppe e Oscar Zanella -, perchè certo cose non devono accadere. A noi non cambierà nulla, ma il fatto che la magistratura abbia compiuto l'indagine che nostra figlia aveva iniziato, ha alleggerito il nostro fardello. Lei purtroppo non ha avuto il tempo di finire quel che aveva iniziato. La nostra sofferenza, in ogni caso, non cambia».
L'uomo è indagato per il reato di stalking, ovvero per aver molestato e minacciato ripetutamente la sua dipendente attraverso lettere, telefonate e sms in forma anonima. Avrebbe messo in atto anche pedinamenti e appostamenti, ingenerando nella giovane donna un forte stato d'ansia, tale da costringerla a cambiare le sue abitudini di vita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino