Cuore e sterno trapassati dal fendente: così è morto Antonio Costa

Antonio Costa
ALANO DI PIAVE - Pestato, preso a botte. Poi il primo colpo, dal quale avrebbe tentato di difendersi. E poi il secondo che ha passato parte a parte sterno e cuore. È...

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ALANO DI PIAVE - Pestato, preso a botte. Poi il primo colpo, dal quale avrebbe tentato di difendersi. E poi il secondo che ha passato parte a parte sterno e cuore. È morto così Antonio Costa, il 53enne di origine trevigiana ma residente ad Alano di Piave, ucciso con la coltellata mortale al petto nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio alla stazione di Fener. Si complica, dopo l'autopsia eseguita ieri in obitorio a Belluno, la posizione dei due indagati. Ricordiamo che per la morte di Costa, si trova in cella a Baldenich il 46enne di origine dominicana Pedro Livert Dominguez Sanchez, di Fener Bassa, accusato di omicidio volontario (è difeso dall'avvocato Giorgio Gasperin). Indagato a piede libero per concorso in omicidio invece l'amico e collega di lavoro (entrambi sono operai disgaggiatori) Junior Cedano Sanchez, 42enne residente a Belluno, difeso dagli avvocati Mauro Gasperin e Monica Azzalini.

CONSULENTI E QUESITI
Ieri mattina si è svolta in procura a Belluno, l'udienza in cui è stato conferito incarico al consulente del pm Alberto Primavera, che indaga sul caso: si tratta del medico legale Antonello Cirnelli di Portogruaro (Ve), che già la sera del delitto era andato in sopralluogo a Fener con il sostituto procuratore. Il pm gli ha chiesto di accertare il momento e le cause della morte di Costa, la posizione fisica materiale tra aggredito e aggressore, accertare i segni di trauma e verificare se le prime manovre di primo soccorso abbiano influito sulla morte. Ovviamente non le manovre dei soccorritori del 118, arrivati successivamente, ma quelle di un inserviente del bar che avrebbe spostato Antonio Costa, dopo il colpo al petto, facendolo adagiare su una sedia in attesa dei sanitari. Cirnelli ha proceduto all'autopsia al San Martino di Belluno dove erano presenti anche i consulenti di parte: il dottor Antonio Quaranta di Belluno per la difesa di Pedro Sanchez e il dottor Guido Cavagnoli di Trento per la difesa di Junior Sanchez.

L'ESAME
Negli accertamenti di ieri a Belluno sono state viste lesioni da difesa sul braccio destro di Costa: non colpi mortali, ma segni che comunque cozzano con la ricostruzione data dal presunto omicida, che ha sempre parlato di una coltellata singola, partita per sbaglio mentre lo stava spingendo per allontanarlo. Invece ce ne sarebbe stata sicuramente almeno un'altra, che la vittima sarebbe riuscita a parare. È emerso inoltre che il 53enne sarebbe stato anche malmenato: ha ricevuto una forte botta sulla testa, anche questa non mortale, come evidenzia l'ecchimosi che c'è nella zona temporale destra. Segni che dimostrerebbero come l'attacco a Costa sia scattato per offendere non per difendersi da quell'arma. Una violenza dei dominicani dettata forse dalla rabbia nata a seguito di quelle attenzioni insistenti, sfociate addirittura in un palpeggiamento a una ragazza della comunità (la fidanzata del figlio di Junior).

IL COLPO MORTALE


Poi il colpo mortale inferto con lo stesso coltello che Costa aveva estratto per difendersi: un'arma a serramanico con una lama di 12 centimetri. Una lama infilzata che gli ha bucato lo sterno da parte a parte e preso il ventricolo nella parete anteriore del ventricolo che è stato bucato. Il sangue si è raccolto nel sacchetto che avvolge l'organo e Costa è deceduto poco dopo. Sono stati analizzati e repertati anche i buchi sulla maglietta e la camicia che indossava la vittima. Effettuati poi tutti i prelievi per ulteriori analisi che saranno compiute nei prossimi mesi. Il dottor Cirnelli si è preso 90 giorni di tempo per rispondere ai quesiti: la verità su come è avvenuto l'omicidio si saprà quindi il 14 di agosto prossimo.
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Il Gazzettino