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All’inizio ci fu la Locanda Veneta. Un’intuizione, una sperimentazione nata nel 1988 dal genio creativo di Antonio Tommasi e dell’oriundo vittoriese Jean Louis De Mori. Poi quando clienti, attestati e fama hanno fatto decollare il piccolo locale trovando consacrazione in ogni angolo di Los Angeles, da Beverly Hills a Hollywood, da Downtown a Venice e Malibù, ecco il sorgere di altri rifugi protetti dell’italianità culinaria. Tommasi fin dai suoi esordi venne riconosciuto dal Los Angeles Times come “Il Leonardo da Vinci della cucina Italiana”. E non a torto: la metropoli era abituata ai piatti importati dal Belpaese a inizio Novecento. Piatti poveri, da emigranti, cosparsi di un’abbondanza di sughi e prodotti quasi ridondante. E confezionati da gente che aveva davvero trovato l’America dopo anni di privazioni in patria. Ma la vera cucina era un’altra cosa: la ricerca del dettaglio, del sapore, della giusta dose di ingredienti.
IL PIACERE DELLA SFIDA
Antonio aveva il sogno di aprire una locanda in Italia. Ma arrivato a Los Angeles ha intuito che lì poteva proporre davvero piatti innovativi, frutto delle sue conoscenze gastronomiche e dei prodotti naturali del luogo. Il successo fu immediato e travolgente. I suoi risotti, le paste e i piatti della tradizione veneta hanno conquistato i palati sofisticati di star come Madonna e di molti altri divi. La scelta di avere solo pochi tavoli ha premiato lo chef veneto. «Per avere un tavolo alla Locanda Veneta bisognava prenotare almeno tre mesi prima - ricorda Jean Louis De Mori, oggi titolare con Antonio di “Maccheroni Republic” in centro a Los Angeles, dove la pasta viene preparata fresca in laboratorio - I posti erano solo una ventina, ma solo così potevamo prenderci cura dei clienti che se ne andavano estasiati parlandone con gli amici». Trascinato dal successo, ben presto Antonio ha aperto Ca’ Brea nel 1991, con l’amico Rodolfo Costella trevigiano di Codognè, Ca’ Del Sole nel 1994, poi il Moro, Allegria e infine I Padri. A Scottsdale, in Arizona, un altro veneto dello stesso gruppo, Roberto Rossinove di Treviso, ha aperto “Veneto” nel 1997 considerato tutt’oggi il migliore ristorante nell’area di Phoenix. Negli anni successivi Rodolfo con Andrea Bullo di Murano (recentemente scomparso in un tragico incidente d’auto assieme al figlio Marco di soli 13 anni) ha gestito con il nipote Alessandro uno dei locali più trendy degli ultimi decenni, il “Moonshadow of Malibu” e con Franco Simplicio “Sunset of Malibu” che si affaccia direttamente sull’oceano Pacifico. «Si fa presto oggi, considerando il successo di tutti i ristoranti italiani e veneti a Los Angeles, a dire che era scritto nelle stelle -spiega Jean Louis, nato in Francia da genitori di Serravalle - L’inizio è stato durissimo. Locanda Veneta l’abbiamo aperta con poche migliaia di dollari. Non sapevamo cosa fosse il credito e abbiamo sudato tutti sette camicie, credendo assieme in una cucina pionieristica con al timone il genio creativo di Antonio Tommasi. Volevamo innovare la proposta enogastronomica californiana e se ci siamo riusciti è stato grazie ai sacrifici e al duro lavoro - continua - Quando siamo arrivati i risotti erano sconosciuti e anche l’olio d’oliva di qualità. Per non parlare di vini come il Prosecco.
LE NUOVE GENERAZIONI
Alessandro Antoniazzi rappresenta la nuova generazione di giovani che si sono impegnati a portare avanti il nome della cucina veneta e trevigiana in California. Gestisce “Moonshadow” dopo la tragica scomparsa dell’amico fraterno Andrea: «Il mio consiglio a coloro che volessero provare a venire in America per lavorare è quello di prepararsi al lavoro duro. Le opportunità però ci sono e ci saranno sempre. Il terreno è fertile per nuovi imprenditori che abbiano voglia di rimboccarsi le maniche». Oggi la bandiera del Leone di San Marco con la firma del governatore del Veneto Luca Zaia, sventola sul pennone del ristorante Sunset Malibù dove le onde che i surfisti cavalcano già di prima mattina si infrangono rumorosamente sulla spiaggia. Un modo per ringraziare quei ragazzi che allora poco più che trentenni seppero raccogliere la sfida non facile di vivere il loro sogno americano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino