Cruciani, il femminicidio e il patriarcato: «Gli assassini dopo 15 anni escono dal carcere. Il caso Emis Killa? Dai testi delle canzoni non si passa all'omicidio»

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UDINE - “La legge italiana è troppo perdonista nei confronti delle persone, a prescindere dal caso singolo. Questo è un ragazzo di 22 anni e avrà tutte le garanzie che l’ordinamento gli consente, ma io credo che siano troppi gli assassini che dopo quindici anni escono dal carcere”. Così Giuseppe Cruciani, ieri, domenica 3 dicembre, a Udine per presentare il libro di Mario Giordano, ha espresso il suo punto di vista sul caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin da parte dell'ex fidanzato Filippo Turetta.

Il conduttore de “la Zanzara” è tornato anche sulle polemiche innescate dalla sua difesa di Emis Killa “Io non l’ho difeso, io difendo la libertà di cantare anche delle cose estreme perché non credo che dai testi delle canzoni si passi al femminicidio. A parte che bisognerebbe vedere ogni singolo caso, in alcuni c’è la descrizione di una situazione, certamente ci sono molti trapper e rapper che giocano sulla violenza, sull’utilizzo delle armi, su questo non c’è dubbio. Ma non si può affermare che la canzone o la pseudo arte influenzi i giovani. Secondo me è una stupidaggine colossale. Qualcuno deve spiegarmi qual è il legame tra una canzone e la violenza vera e propria”.

Giulia Soligon

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Il Gazzettino