Rovigo. Crolla parte del tetto della chiesa di Santa Maria dei Sabbioni: serve un intervento urgente

Il dettaglio del cedimento sul tetto della chiesa di Santa Maria dei Sabbioni, annessa al cimitero.
ROVIGO - La chiesa di Santa Maria dei Sabbioni, in via Oroboni, annessa al cimitero del capoluogo, è l’edificio di culto più antico della città, ma da...

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ROVIGO - La chiesa di Santa Maria dei Sabbioni, in via Oroboni, annessa al cimitero del capoluogo, è l’edificio di culto più antico della città, ma da quasi 11 anni i cittadini non possono accedervi perché dichiarato inagibile e di conseguenza è stato chiuso al pubblico. Il passare del tempo e la mancata manutenzione hanno fatto il resto, così attualmente la struttura deve fare i conti con un problema in più rispetto a quelli riscontrati al momento della chiusura, avvenuta nel maggio 2012 a causa delle conseguenze del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna.

Su una porzione del tetto dell’edificio si è verificato un cedimento. Il crollo è ben visibile anche dall’esterno: basta osservare la parte laterale della copertura a ridosso della facciata anteriore per scorgerlo. È evidenziato, oltre che dalla rientranza della superficie, anche dalla totale assenza di tegole.

LA DENUNCIA

A segnalare l’accaduto all’amministrazione di Palazzo Nodari è il consigliere della Lega Lorenzo Rizzato, a sua volta sollecitato, come spiega lui stesso, dai cittadini preoccupati. «Purtroppo sono stato informato da alcuni cittadini del cedimento di una porzione del tetto della chiesa dei Sabbioni: ho tempestivamente avvisato l’assessore ai Lavori pubblici per far sì che venga attuato un intervento urgente di messa in sicurezza dell’edificio, per evitare ulteriori danni». Il consigliere ha anche presentato una interrogazione per «chiedere delucidazioni sui lavori di recupero e manutenzione straordinaria di questa chiesa. Nel 2020 vennero annunciati dall’amministrazione comunale degli interventi manutentivi dal valore di circa 150mila euro che avrebbero permesso, non solo di conservare l’edificio, ma anche di riaprirlo al pubblico dopo anni di chiusura. A distanza di anni, purtroppo, questi interventi, seppur programmati, non sono ancora stati realizzati e questa è la triste conseguenza».

LA SPIEGAZIONE

Dal canto suo, l’assessore Giuseppe Favaretto, spiegando di aver sollecitato l’avvio dell’intervento di ristrutturazione, afferma che i lavori, programmati sulla base di un progetto esecutivo realizzato dall’amministrazione che ha ottenuto il via libera dalla Soprintendenza lo scorso settembre, «sono in fase di affidamento. Nel giro di poche settimane il cantiere dovrebbe partire e si provvederà anche a riparare il cedimento del tetto» per il quale, però, nel frattempo, nulla si può fare nonostante la sollecitazione di Rizzato andasse in direzione opposta: «Spero che i cantieri per il recupero di questo edificio partano quanto prima, ma soprattutto venga concretizzato in tempi brevissimi un intervento urgente di messa in sicurezza del tetto».
Invece no: il buco per ora resta com’è perché non c’è modo di mettere temporaneamente al riparo l’edificio. C’è solo da sperare che non si abbatta sulla città una pioggia più insistente di quelle avvenute fino a oggi perché l’acqua, precipitando dal buco sul tetto e infiltrandosi all’interno della chiesa, non solo potrebbe causare ulteriori danni alla struttura già malconcia, ma potrebbe danneggiare anche i beni artistici lì conservati. Uno su tutti, il prezioso organo risalente al 1700 e realizzato dal famoso organaro Gaetano Callido che insieme all’opera situata sulla facciata e realizzata da Virgilio Milani, rendono la chiesa «dal punto di vista meramente storico e artistico un vero e proprio monumento» commenta il consigliere, aggiungendo: «Il cedimento è particolarmente preoccupante perché si è verificato proprio nella zona cantoria, vicino all’organo».

L’ATTESA


I lavori di messa in sicurezza e restauro della chiesa, risalente all’epoca medievale e trasformata più volte nel corso dei secoli fino all’attuale stile classicista della prima metà del XIX secolo, erano stati annunciati nel lontano dicembre 2020, ma solo due anni dopo, a settembre 2022, è arrivato dalla Soprintendenza il via libera al progetto esecutivo, approvato dalla giunta comunale circa un mese dopo, a ottobre 2022. Nel frattempo i lavori sono diventati, a questo punto, urgenti. Per l’intervento, il cui costo ammonta a 150mila euro come detto, il Comune ha ottenuto un consistente finanziamento dalla Fondazione Cariparo cui il Comune parteciperà con una quota di 15mila euro.
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Il Gazzettino