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In questo caso, Paolo Candotti parla da un doppio “palco”: quello di Confindustria e quello del Consorzio universitario di Pordenone, di cui è vertice. E la sua conclusione è la stessa a cui arrivano - nel loro studio dettagliato - gli studiosi della Fondazione Nordest: «Avremo bisogno di più immigrati per garantire la manodopera, sarà però necessario governare i flussi migratori».
L’APPROCCIO
Secondo Candotti, il problema generato dall’effetto della denatalità sulle scuole e sul mondo del lavoro dev’essere affrontato considerando due punti di vista: le politiche di contrasto al fenomeno e la gestione dei flussi migratori necessari a riequilibrare il livello di popolazione. «Si deve partire dal primo aspetto - spiega l’imprenditore e numero uno del Consorzio universitario di Pordenone -: serve un’azione politica in grado di incidere sul potere d’acquisto delle famiglie e sui redditi, oltre che sugli incentivi destinati a favorire la natalità.
GLI STRANIERI
E poi ci sono naturalmente i flussi migratori, necessari per sopperire almeno in parte alla mancanza di bambini italiani.
«L’altro tema - spiega sempre Candotti - è quello che riguarda chi li fa davvero, i figli. E i grandi numeri ci dicono che sempre più spesso sono le famiglie extracomunitarie ad avere più bambini. È estremamente probabile che nei prossimi anni ci troveremo di fronte a una buona quota di manodopera da importare. Il problema, però, sarà quello di riuscire a governare i flussi migratori come nel recente passato è riuscita a fare la Germania». Un tema, questo, su cui le associazioni datoriali spingono da diverso tempo. «Il calo della popolazione europea, non solo italiana, rappresenterà una sfida alla sostenibilità del nostro stesso modello di vita - è l’allarme lanciato ancora da Paolo Candotti -. Quali ingressi ci serviranno? Da quali Paesi? Non si tratta di un dettaglio di poco conto, se pensiamo alle necessità dell’industria che cerca manodopera». La Germania, ad esempio, in passato ha accolto tanti profughi siriani, che ora tra Berlino e Monaco di Baviera ricoprono anche posizioni di rilievo nel tessuto economico del Paese. «Al momento da noi non si vedono politiche di governo dei flussi: dobbiamo costruire un collegamento con Paesi simili al nostro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino